Nel secondo trimestre, a Piazza Affari aumentano gli scambi di Exchange traded commodities e diminuiscono quelli di Etf (Exchange traded fund) rispetto allo stesso periodo del 2015. Come nel resto d’Europa, gli investitori in prodotti indicizzati hanno cercato rifugio dalla volatilità dei mercati nell’oro e più in generale nelle materie prime.
Secondo l’Osservatorio di Borsa italiana, i contratti sugli Etc sono stati in media 10.208 ogni giorno per un controvalore di 116,5 milioni di euro in aumento rispettivamente del 17,8 e del 14,8% sullo stesso trimestre 2015. Per contro, le transazioni giornaliere di Etf sono state in media 8.825 (285,9 milioni di controvalore), in calo del 25,4% rispetto al 2015 (-16,5% il controvalore).
Nel complesso, tra aprile e giugno, sono stati conclusi 1.237.114 contratti per un controvalore di 26,16 miliardi. Il patrimonio ammonta a 48,77 miliardi (+8,95 rispetto a giugno 2015). I dati di raccolta confermano il trend divergente per Etc (+129,2) ed Etf (-718 milioni), ma da inizio anno entrambe le tipologie di prodotto hanno un saldo positivo.
Le novità
Sul fronte dell’offerta, il segmento ETFPlus si è mosso in due direzioni. La prima è quella internazionale, con l’ingresso di Fullgoal, primo emittente cinese a quotare un fondo indicizzato in Italia. La seconda è quella dell’innovazione di prodotto con l’incremento del numero di Strategic beta, che replicano indici differenti da quelli a capitalizzazione con l’obiettivo di ottenere un miglior rendimento o un minore rischio.
Nel secondo trimestre, hanno debuttato sei Etf azionari di questo tipo, tutti con orientamento ai rendimenti secondo la classificazione Morningstar (vedi tabella). Le strategie sono multi-fattoriali, ossia considerano più criteri, come ad esempio il valore o la crescita, il momentum, i dividendi e la volatilità.
Su Borsa italiana hanno debuttato anche quattro Etf Strategic Beta obbligazionari, emessi da Go Ucits Etf Solution, che replicano indici che applicano una serie di filtri basati su variabili macroeconomiche (Pil, debito pubblico, ecc.) per selezionare i titoli con la più alta probabilità di ripagare il debito. “Questo approccio è tipico della maggior parte dei benchmark strategic beta sul reddito fisso”, dice Jose Garcia Zarate, associate director della ricerca Morningstar sulle strategie passive in Europa.
In tutta Europa, gli Strategic beta stanno incrementando le quote di mercato (e l’Italia non fa eccezione). Si stima che i flussi netti siano stati pari a 2,16 miliardi nel secondo trimestre, corrispondente al 27% del totale.
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