Dopo quattro anni consecutivi di sovra-performance, i fondi pensione tirano il fiato. Nel primo semestre del 2016, infatti, sulle tre macro categorie di prodotti previdenziali complementari, solo una batte la rivalutazione del Trattamento di fine rapporto (Tfr), pari allo 0,6%: nello stesso periodo, i fondi pensione negoziali hanno registrato un rendimento medio dell’1%, mentre i fondi aperti hanno perso in media lo 0,4% e i Pip (Piani individuali previdenziali) hanno segnato -2,1% (dati Covip).
Certo, scendendo nel dettaglio delle diverse linee d’investimento, si trovano anche valori più che positivi, ad esempio le offerte obbligazionarie pure dei fondi aperti hanno guadagnato in media il 2,6% nei primi sei mesi dell’anno. Male invece, le linee azionarie (-3,6% in media per quelle offerte dai Pip e -3,1% per quelle dei fondi aperti).
In generale, i risultati delle forme pensionistiche complementari hanno risentito dell’andamento contrastato dei mercati finanziari nel corso del primo semestre dell’anno. Le turbolenze hanno interessato soprattutto i titoli azionari; non ne hanno risentito i corsi obbligazionari, continuando a beneficiare dell’orientamento espansivo delle politiche monetarie adottate dalle Banche centrali.
Le adesioni
A fine giugno del 2016, le adesioni alla previdenza complementare sono circa 7,5 milioni; al netto delle uscite, la crescita nel primo semestre dell’anno è stata di circa 280.000 unità (3,9%). Gli iscritti ai fondi negoziali sono saliti di circa 110.000 unità (4,6%), attestandosi a fine giugno a quota 2,5 milioni; l’aumento è quasi esclusivamente legato alle adesioni relative al Fondo Prevedi (per i lavoratori delle imprese industriali, artigiane edili e affini) che ha posto in essere un meccanismo di adesione automatica di tipo contrattuale; anche il Fondo Perseo Sirio (dei lavoratori della pubblica amministrazione e della sanità) ha registrato un incremento significativo delle adesioni. Gli iscritti ai fondi aperti sono aumentati di 50.000 unità (4,5%) per un totale a fine giugno di circa 1,2 milioni. Nei Pip “nuovi” le adesioni “sono 2,7 milioni, (4,6% di crescita nei primi sei mesi del 2016), confermando i segnali di rallentamento del trend dei nuovi iscritti già osservato nel 2015.
Le risorse in gestione
Al 30 giugno, il patrimonio accumulato dalle forme pensionistiche complementari si è attestato a 143,7 miliardi di euro, in aumento di 2,6 punti percentuali rispetto alla fine del 2015. Le risorse dei fondi negoziali ammontano a 44,1 miliardi, in crescita del 3,6%. I Pip “nuovi” dispongono di un patrimonio di 21,6 miliardi e i fondi aperti di 16 miliardi; l’incremento dall’inizio dell’anno è stato, rispettivamente, del 7,6 e del 3,6%.
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