L’equity italiano prova a svegliarsi. Ma con i chiari di luna fatti vedere dalla congiuntura del Belpaese e con le difficoltà mostrate dal comparto bancario, il compito non è facile. La categoria Morningstar dei fondi specializzati su Piazza Affari nell’ultimo mese (fino al 5 settembre) ha guadagnato poco più del 3% in euro. Ancora troppo poco per recuperare il 16% che si è lasciata per strada da inizio anno.
Il quadro macro
Un compito reso più complicato dalle indicazioni macro che stanno arrivando. L'indice anticipatore elaborato da Istat per l'economia, ad esempio, è rimasto negativo a luglio, suggerendo per i prossimi mesi un proseguimento della fase di debolezza. La congiuntura italiana ha interrotto la fase di crescita, condizionata dalla scarsa domanda interna e dalla caduta produttiva del settore industriale. In questo quadro il clima di fiducia delle imprese è sceso sotto quota 100 per la prima volta da febbraio 2015. Gli indici di crescita congiunturale dei settori della manifattura e dei servizi segnalano una percentuale superiore al 50% di settori in espansione, anche se la quota risulta in diminuzione rispetto ai trimestri precedenti.
C’è poi la questione del Pil. Nel secondo trimestre è rimasto invariato rispetto al periodo precedente. L'Istat ha confermato la stima del 12 agosto, dopo che il ministero dell'Economia aveva fatto trapelare che vi sarebbe stata una revisione congiunturale al rialzo sulla base degli ultimi dati del fatturato dei servizi. Le notizie del governo, tuttavia, non tenevano conto di altre componenti, soprattutto credito e assicurazioni, che si sono mosse in direzione opposta. Palazzo Chigi ha stimato una crescita per il 2016 dell'1%.
La questione del lavoro, intanto, resta centrale. Il tasso di occupazione è sceso di 0,1 punti percentuali a luglio al 57,3% rispetto al mese precedente (Istat). Il tasso di disoccupazione è calato complessivamente all'11,4%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali da giugno. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 39,2%, in aumento di due punti percentuali rispetto al mese precedente.
I fari sulle banche
Sul piano più propriamente borsistico, a determinare i movimenti di Piazza Affari sono soprattutto i titoli bancari. E qui il problema è di fiducia. Secondo un report di Credit Suisse, ad esempio, gli istituti italiani hanno vantato conti del secondo trimestre migliori delle attese e tutto sommato hanno incassato giudizi favorevoli anche dall'esame degli stress test. Gli investitori, però, non si fidano del sistema creditizio italiano temendo la debolezza macro dell'Italia, l'incertezza politica e l'entità delle sofferenze che pesano sugli istituti italiani. I titoli, dunque, pagano il rischio sistema. In base ai calcoli di Morningstar, le banche italiane (mediamente) sono quotate con uno sconto di circa il 10% rispetto al fair value stimato.
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