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I dividendi non si dimenticano

Con i mercati vicini ai massimi storici e la ripresa della volatilità, diventa più difficile andare a cercare rendimento. I titoli con la cedola ricca in queste occasioni rappresentano sempre una scelta interessante. Ma non bisogna esagerare. 

Marco Caprotti 20/09/2016 | 14:53
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Tornano di moda gli alti dividendi. Ma, spiegano gli analisti di Morningstar, è meglio non avventurarsi sui soliti noti e tenere sempre d’occhio la volatilità. Con i mercati vicini ai massimi storici diventa più difficile andare a caccia di titoli che possano dare valore agli azionisti solo con le valutazioni. “Muoversi verso quelle azioni che danno uno yield superiore a quello dell’indice e che operano in settori stabili, in cui ci sono pochi dubbi riguardo ai flussi di cassa, dovrebbe dare un po’ di protezione in caso di movimenti repentini degli indici”, spiega Eric Compton, analista di Morningstar in un report di settembre.

Occhio alla volatilità
Nonostante la volatilità che si è vista sui mercati dall’inizio dell’anno e ha avuto i suoi picchi a gennaio/febbraio e a cavallo del referendum per il Brexit, l’indice S&P500 in questi mesi ha mostrato rialzi settimanali a volte vicini al 9%. (Per misurare la volatilità sul benchmark americano, si usa il Vix. Solo settimana scorsa è passato da quota 12 punti a 16. Resta comunque lontana da quota 52 toccata durante la crisi dei subprime).

La volatilità, pur essendo inferiore alle medie storiche, è forte anche nel Vecchio continente: circa 20 punti se si guarda il Dax di Francoforte o l’indice paneuropeo EuroStoxx 50. Sfiora i 27 punti per l’indice Ftse Mib Ivi (Implied volatility index). In pratica tutti viaggiano su livelli superiori al mercato svizzero o a quello londinese che hanno performance migliori da inizio anno.

Una parte della responsabilità di questa situazione va data alle Banche centrali che, da quasi otto anni, stanno inondando i mercati di liquidità. Questa strategia ha avuto un doppio effetto: nonostante i picchi, tiene comunque la volatilità sotto controllo; nel frattempo però riduce drasticamente i rendimenti ottenibili con gran parte delle attività finanziarie (questo vale soprattutto per i bond). E quando la prospettiva dei guadagni è limitata gli investitori diventano più sensibili alle variazioni di prezzo anche quando sono più contenute rispetto al passato.

Settori sotto la lente
Dal punto di vista operativo, comunque, ci sono spazi di manovra. “La maggior parte dei segmenti che formano il mercato azionario ha registrato dei rally”, continua l’analista. “Questo è vero soprattutto per i settori che normalmente danno cedole interessanti come le utility. Per questo conviene andare a cercare in quelle aree dove le valutazioni hanno ancora margini di crescita: i beni di consumo difensivi, l’immobiliare, il farmaceutico e i finanziari. I nomi da scegliere sono quelli che trattano con uno sconto di almeno il 10% rispetto al rapporto prezzo/fair value”.

Detto questo, ci sono però alcune norme di prudenza che sarebbe bene seguire. “Ogni azione, anche quella di migliore qualità e con il dividend yield migliore, può diventare ostaggio della volatilità molto più dei bond”, dice Compton. “Per questo non dovrebbe essere usata per sostituire la quota di investimento del reddito fisso del portafoglio. E’ vero che i titoli con un alto dividendo perdono meno rispetto al resto del mercato nelle fasi di turbolenza, ma comunque possono far segnare ribassi importanti. Tra l’altro tengono a comportarsi male quando ci sono dei rialzi dei tassi. I bond invece sono più disciplinati e prevedibili”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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