I consumer scalano le gerarchie. Nell’ultima settimana gli analisti di Morningstar hanno alzato il fair value di due titoli nel comparto beni di consumo producendo l’upgrade del rating. Le due anime del settore, comunque, vivono umori contrastati: i titoli difensivi, che dai primi di gennaio hanno guadagnato oltre il 4% sono scambiati a un rapporto Prezzo/Fair value medio di 1,11, mentre quelli ciclici sono scontati per circa il 5% anche in seguito al deludente andamento in Borsa (-3,50% YTD).
Prospettive migliori per ABF
“La decisione di alzare il fair value di Associated British Foods (ABF) da 22,30 a 25 sterline (report pubblicato in data 12 settembre) è la conseguenza diretta della revisione delle nostre previsioni per i prossimi cinque anni”, dice Adam Kindreich analista azionario di Morningstar. “Il gruppo britannico attivo nelle industrie del cibo, dell’agricoltura, degli ingredienti e dell’abbigliamento retail, dovrebbe beneficiare della ripresa del prezzo dello zucchero e della domanda negli altri segmenti di business. Inoltre, il deprezzamento della sterlina dovrebbe impattare positivamente sui margini di profitto”.
Nonostante le elevate dimensioni e la presenza su scala globale, gli analisti non riconoscono ad ABF una posizione di vantaggio competitivo (Economic moat). L’azienda, infatti, vende prodotti indistinti che le danno un basso potere contrattuale nei confronti dei clienti e che le fanno guadagnare margini di profitto limitati. Il segmento che rappresenta il principale driver della crescita è quello retail, ma la sua catena di negozi Primark necessita ancora di tempo prima di competere ad armi pari con i leader del mercato come H&M e Inditex.
Panera guadagna Moat
La nuova strategia di Panera Bread convince gli analisti di Morningstar che alzano il fair value del titolo da 235 a 250 dollari per azione (report pubblicato in data 16 settembre). “La catena americana di ristoranti fast food è riuscita a guadagnarsi una posizione di vantaggio (Economic moat) in un settore estremamente competitivo grazie ad un brand riconoscibile, alla continua innovazione del menù proposto ai suoi clienti e a forti investimenti in tecnologia che le hanno permesso di velocizzare le ordinazioni e di rendere più efficiente le operazioni interne”, dice R.J. Hottovy.
L’upgrade nel Moat, da assente a medio, ha migliorato le previsioni relative alla profittabilità attesa del gruppo. Le stime per i prossimi dieci anni, infatti, indicano un progressivo aumento del margine operativo dall’attuale 9% al 16% nel 2025 per effetto della crescita del fatturato, trainata dall’apertura di nuovi punti vendita, e dal miglioramento della catena dei fornitori.
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