Il Giappone prova un’altra mossa

La BoJ abbandona l’aiuto illimitato e punta su un approccio qualitativo per sostenere l’economia. I fondi dedicati all’azionario del paese, intanto, approfittano del rafforzamento della valuta. 

Marco Caprotti 29/09/2016 | 12:15
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Mentre la Banca del Giappone prova a cambiare strategia, gli investimenti in asset nipponici danno più soddisfazioni dell’economia. L’elemento più rilevante delle ultime settimane, dal punto di vista dei mercati, è che la Bank of Japan ha iniziato a muoversi. È vero che nell’ultima riunione ha deciso di mantenere invariato il tasso di riferimento a -0,1%. Allo stesso tempo l'Autorità monetaria nipponica ha confermato che andrà avanti con la sua politica espansiva, allo scopo, finora disatteso di centrare il target di inflazione al 2%.

La BoJ ha cambiato, moderandolo, il quadro della sua politica monetaria, passando da uno stimolo illimitato a un meccanismo di controllo della curva dei rendimenti: di fatto continuerà ad acquistare titoli di stato a lungo termine ma il Quantitative easing che adotterà sarà anche qualitativo, con l’obiettivo di mantenere i rendimenti sull'attuale livello.

Basterà questo a dare una scossa alla congiuntura nipponica? “In termini di impatto economico, siamo scettici sul fatto che le misure adottate dalla BoJ possano fare molta differenza”, spiega una nota firmata da Keith Wade, capo economista e strategist di Schroders. “L’impegno a superare il target sull'inflazione è positivo, ma affinché si concretizzi è necessario che l'opinione pubblica creda che la Banca centrale possa realisticamente far salire l'inflazione. Cosa che, finora, non è riuscita a fare. Ciò non vuol dire che fallirà, ma solo che saranno necessarie ulteriori misure e, a nostro avviso, queste potrebbero arrivare sotto forma di un taglio dei tassi al prossimo incontro della BoJ di novembre.

I dubbi dei banchieri
Tra i banchieri della Banca centrale del Giappone, intanto, iniziano a serpeggiare i dubbi sulla bontà del massiccio piano di Quantitative easing che la banca sta portando avanti da anni. In particolare sulla parte che riguarda l'acquisto degli Etf, i fondi che replicano l'indice di Borsa. Nei verbali della riunione di luglio, nella quale si decise di raddoppiare gli acquisti di Etf da 3,3 a 6mila miliardi di yen (da circa 29 a oltre 52 miliardi di euro), emergono le perplessità anche di alcuni dei membri favorevoli alla decisione del Comitato di politica monetaria presieduto dal governatore, Haruhiko Kuroda.

Dove vanno i fondi
Le due categorie Morningstar dedicate all’azionario del Sol levante (equity large cap ed equity mid e small cap) nell’ultimo mese (fino al 27 settembre e calcolate in euro) hanno guadagnato rispettivamente il 5,5 e il 6,56% (+4,19 e +5,59% in yen).

Perf. YTD primi tre fondi della categoria Azionari Giappone Large Cap (in euro)

big

Fonte: Morningstar Direct


Perf. YTD dei primi tre fondi della categoria Azionari Giappone Small/Mid Cap

small

Fonte: Morningstar Direct

Una parte del merito va alla divisa. “Molte azioni giapponesi hanno vissuto periodi difficili”, spiega Gregg Wolper, analista azionario di Morningstar. “Il fatto che la valuta nipponica - anche nelle ultime settimane - si sia apprezzata in più occasioni, tuttavia, ha dato una mano”. E’ vero che le azioni giapponesi essendo fortemente orientate all’export sono penalizzate da una divisa forte, ma avere in portafoglio asset in una valuta che si rafforza viene considerato un investimento che mette al riparo dalle turbolenze dei mercati. I fondi, infatti, spesso accelerano quando la divisa del paese in cui investono sale nei confronti delle altre monete”.

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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