E’ da agosto 2015 che chi investe nei fondi dedicati all’Italia non riesce ad avere un po’ di soddisfazione. Almeno in termini di performance (e ragionando nel breve periodo). Dai massimi degli ultimi tre anni, toccati ad agosto dell’anno scorso, la categoria Morningstar dedicata agli strumenti specializzati sulla Penisola, infatti, ha perso il 26,25% (in euro). La maggior parte della discesa è stata registrata quest’anno. Da gennaio, infatti, il segmento si è perso per strada il 18,43% di cui quasi il 3% solo nell’ultimo mese (fino al 10 ottobre). Non si può nemmeno dire che i portafogli tricolori stiano seguendo una tendenza europea. Le diverse categorie specializzate nel Vecchio continente, dall’estate scorsa hanno perso, mediamente il 10%.
Il quadro macro
Sull’Italia, più che sul resto della regione (e al netto di problemi strutturali del comparto bancario) pesa una sostanziale debolezza macroeconomica. L’Istat, per esempio, ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita nel secondo trimestre dell'anno, durante il quale il Pil, è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti ed è aumentato dello 0,7% nei confronti del secondo quarter del 2015. La variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,6%. La precedente stima diffusa il 2 settembre scorso aveva misurato la stessa variazione congiunturale e una tendenziale dello 0,8%.
“I dati più recenti sull'economia italiana delineano uno scenario di persistente debolezza dei livelli di attività economica. A settembre, il clima di fiducia dei consumatori ha segnato la seconda flessione consecutiva, mentre le aspettative delle imprese sono risultate in miglioramento, attestandosi tuttavia sui livelli dello scorso giugno”, spiega l’Istat nel suo ultimo Bollettino mensile. “L'indicatore composito anticipatore, aggiornato tenendo conto delle informazioni più recenti, segna nell'ultimo mese l'ottava variazione negativa consecutiva”.
Chi vede nero
Ma l’Istituto italiano non è il solo a vedere nubi scure sul cielo dell’Italia. Peggiorano, infatti (seppur di poco) le prospettive del Fondo monetario internazionale per l'economia tricolore, pur se vista in crescita dello 0,8% quest'anno e dello 0,9% il prossimo. Le stime sia per il 2016 sia per il 2017 (riportate dall’ultimo World economic outlook, Weo) sono state tagliate dello 0,1% rispetto all'aggiornamento del Weo dello scorso luglio e dello 0,2% rispetto all'edizione del documento dell'aprile scorso. Nel 2015 il nostro Paese aveva registrato un'espansione dello 0,8%, ricorda l'Fmi. I calcoli del Fondo si confrontano con quelli della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def), approvata dal Consiglio dei ministri il 27 settembre scorso, e che prevede per il 2016 una crescita dello 0,8% e per il 2017 dell'1% (stime ridotte rispettivamente da un +1,2% e da un +1,4%).
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