Sbagliare è umano. Per gli investitori

Errori nel timing e mode possono nuocere ai rendimenti più dell’andamento del mercato. Uno studio Morningstar insegna dove accendere i semafori rossi.

Sara Silano 27/10/2016 | 10:16
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Non siamo migliori, ma neppure peggiori degli investitori americani quando si tratta di trovare il giusto timing per entrare o uscire da un fondo. Nella quasi totalità delle volte, sbagliamo, e i nostri rendimenti ne risentono. Negli Stati Uniti, Russel Kinnel, direttore della Manager research di Mornigstar, lo mette nero su bianco, con tanto di evidenze empiriche, ogni anno dal 2005, quando per la prima volta pubblicò lo studio Mind the gap, che in inglese significa “Attenzione al vuoto” ed è un’espressione che è stata coniata nel 1969 dalla Metropolitana di Londra per avvertire i passeggeri del vuoto tra la banchina e la porta del treno.

In Europa, Matias Möttölä, senior analyst di Morningstar, ha replicato l’analisi ed è giunto alle stesse conclusioni, nonostante ci siano differenze nella struttura del mercato dei fondi rispetto agli Stati Uniti e i paesi del Vecchio continente non siano omogenei tra loro per quanto riguarda la cultura finanziaria, le dinamiche nella distribuzione dei prodotti e gli stadi di sviluppo dell’industria del risparmio gestito.

Dove sbagliano gli investitori
Gli errori comportamentali (behavioural gap) pesano sui risultati e si ripetono nel tempo, senza avere confini geografici. Chi più, chi meno, gli investitori ragionano troppo a breve termine, sono avversi al rischio e concentrati sui rendimenti relativi. Si fanno prendere dal panico nelle fasi di ribasso ed esitano a rientrare sui mercati quando salgono. Di conseguenza, tendono a comprare sui massimi e a vendere sui minimi, con inevitabili perdite.

Steve Wendel, responsabile della ricerca sulla finanza comportamentale di Morningstar, suggerisce alcune azioni utili per tenere sotto controllo le emozioni: stabilire delle regole per raggiungere gli obiettivi di investimento, creare il contesto per agire coerentemente, misurare in modo rigoroso i risultati, fissare dei feedback ed essere pronti a correggere la mira se necessario.

Maneggiare con cura
Come spiega Möttölä, lo studio, che calcola la differenza tra rendimento totale e investor return (ossia ponderato per i flussi in ingresso e uscita), aiuta ad identificare i casi in cui gli investitori devono essere più attenti e cauti della norma, per non distruggere valore tentando di inseguire i mercati. “I dati mostrano chiaramente che i rischi maggiori sono nelle attività finanziarie più volatili, come ad esempio i fondi specializzati sui singoli paesi, i mercati emergenti o particolari settori.

Return gap per categorie a 5 anni

Anche le mode possono essere pericolose, come testimonia il fenomeno degli alternativi. Nel 2015, a livello europeo, sono stata l’asset class con il più alto tasso di crescita organica (+27%) e nel 2016 il trend è proseguito (+8% a fine settembre). Nonostante la popolarità, le strategie che sono simili a quelle degli hedge fund, in molti casi non hanno dato i risultati sperati. Al contrario, il gap tra il rendimento totale e quello dell’investitore è stato negli ultimi cinque anni dell’1,05%, tra i più elevati.

Scappare non serve
Pensare di sfuggire ai rischi di mercato, movimentando di frequente il portafoglio, è sbagliato. Lo studio Morningstar mostra che nella maggior parte dei casi l’investor return peggiora all’aumentare del rischio (misurato dalla deviazione standard). Fanno eccezione i fondi bilanciati, per i quali il gestore ha una certa flessibilità nel decidere asset allocation e, proprio per questa caratteristica, gli investitori sono meno propensi ad entrare e uscire.

Sicuramente, molto deve essere ancora indagato nel rapporto tra total e investor return, come ad esempio il cosiddetto pilastro societario (quanto peso ha un buon giudizio da parte degli analisti su una società di gestione?); tuttavia lo studio aiuta a impostare mentalmente dei semafori rossi per evitare che errori nel timing pesino irrimediabilmente sui rendimenti dell’investitore.

Leggi la sintesi dei risultati dello studio.

Scarica lo studio completo.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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