Ottobre marca la differenza tra value e growth. Nel mese scorso i due segmenti hanno realizzato performance significativamente differenti, con il primo che ha sovraperformato il secondo soprattutto nel comparto delle azioni a larga capitalizzazione di mercato. I titoli Large-Value hanno guadagnato il 4,1%, distaccando i Large-Growth di ben 740 punti base (-3,3%). Il bilancio degli ultimi 12 mesi, però, è ancora appannaggio delle stock con un più alto potenziale di crescita degli utili futuri, il cui rendimento è pari a 3,6%, contro il -5,7% di quelle Value.
La spiegazione di questo risultato è da ricercare nelle performance del settore bancario, con titoli come BNP Paribas, BBVA e Banco Santander che hanno guadagnato rispettivamente il 15,4%, il 23,7% e il 12,4% (valori calcolati in euro).
Finanziari in spolvero
Il comparto finanza è stato il best performer a ottobre (+5,8%) anche a causa del negativo andamento degli altri settori. Gli energetici e le materie prime, che si sono piazzati sul podio di questa speciale classifica, hanno chiuso rispettivamente a +2,7% e +2% (anche grazie ai rialzi messi a segno da Royal Dutch Shell, BP e Total), mentre il settore immobiliare è stato il peggiore cedendo il 6,6%. Molto deludente è stato anche l’andamento delle azioni nell’healthcare e nei beni di consumo difensivi, che hanno chiuso il mese con passivi superiori al 5%. Tra i titoli peggiori si sono segnalati Novo Nordisk, Anheuser-Busch InBev SA e British American Tobacco, che hanno ceduto rispettivamente il 10,3%, l’11,9% e l’8,3%.
Come cambiano le valutazioni
L’andamento dei mercati nel mese di ottobre ha modificato in maniera significativa le valutazioni delle stock. Il segmento Large-Value ha quasi colmato il gap con quello Large-Growth e ora il rapporto Prezzo/Fair Value dei due è rispettivamente pari a 0,99 e 1,01. Gli sconti maggiori continuano a essere nel comparto Small-cap.
Guardando ai settori economici, notiamo come la brillante performance di quello finanziario abbia significativamente ridotto la percentuale di titoli scambiati a sconto, dal 40% del mese precedente all’attuale 25% circa. Le italiane Unicredit e Mediobanca sono tra le più convenienti con un rapporto Prezzo/Fair value (P/FV) rispettivamente pari a 0,60 e 0,65. Sono scese anche le valutazioni delle azioni telecom e dei beni di consumo ciclici, mentre il passivo registrato dalle stock nel settore beni di consumo difensivi ha fatto lievitare la quota dei titoli con Rating Morningstar quattro e cinque stelle da zero al 10%. Il segmento più a sconto, comunque, è quello healthcare (con una percentuale superiore al 40%), nel quale Roche Holding e Bayer brillano con un rapporto P/FV rispettivamente di 0,67 e 0,70.
Sector Valuation Chart
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