L’impensabile è accaduto. Di nuovo. Dopo il voto sulla Brexit, i mercati si ritrovano a fare i conti con Donald Trump presidente degli Stati Uniti. Difficile dire cosa succederà, ma a prescindere dallo stato attuale, prepararsi mentalmente ai sempre più frequenti momenti di alta volatilità è una buona strategia per proteggere il proprio portafoglio.
Certo, restare calmi e ragionare a mente fredda è più facile a dirsi che a farsi, soprattutto quando si vedono i propri investimenti crollare. A questo proposito, Christine Benz, responsabile della sezione Finanza personale di Morningstar, ha stilato dei consigli che possono aiutare.
Niente panico
In momenti di grande incertezza come questo, un errore da non commettere è quello di uscire dai mercati, liquidando le proprie posizioni. Certo, all’inizio potrebbe anche essere confortante sentirsi al riparo dai listini in picchiata, ma quel senso di pace potrebbe rivelarsi di breve durata una volta arrivato il rimbalzo. Quando questo accade, spesso il senso di calma si trasforma in stress riguardo al fatto di ritornare sul mercato, come e in che momento. Un qualcosa che è sempre difficile da valutare.
Approfittare dell’ondata di vendite per prendere posizione potrebbe avere più senso, ma anche questa è un’attività pericolosa. D’altra parte, con l’equity non particolarmente a buon mercato, è possibile che le migliori occasioni d’investimento si presentino nei mesi o addirittura negli anni a venire.
Quello che conta è l’orizzonte temporale
Invece di cercare di anticipare i movimenti di mercato, quello che conta davvero è la propria sopportazione al rischio. Bisogna chiedersi, cioè, qual è la perdita massima che si è disposti a sopportare senza cambiare i propri obiettivi d’investimento.
Se si ha ancora un tempo ragionevolmente lungo fino alla pensione, per esempio dieci anni o più, si dispone di una capacità di sopportazione piuttosto elevata. Ciò significa che a prescindere da come ci si sente sulle perdite a breve termine, è molto probabile che si recupererà tutto. L’evidenza empirica, infatti, dimostra che su un periodo di dieci anni, l’azionario ha generato rendimenti positivi in oltre il 90% dei casi. Per questo motivo, tali investitori dovrebbero avere portafogli posizionati in modo aggressivo con almeno il 50% in azioni; alla luce dei rendimenti obbligazionari e monetari attuali, un portafoglio più prudente potrebbe a malapena preservare il potere d'acquisto.
Al contrario, se si è vicini alla pensione o già in pensione, si dispone di una capacità di rischio inferiore. Anche per chi è sempre stato a suo agio con alte esposizioni azionarie, avere una quota di azioni troppo aggressiva durante la pensione può portare a perdite catastrofiche che avrebbero conseguenze reali. Per questo tipo d’investitori, delle forti perdite in portafoglio dovrebbero suonare come un campanello d’allarme per cambiare asset allocation.
Mantenere il controllo, dove si può
Infine, a prescindere dall’andamento dei mercati, ci sono diversi fattori sotto il controllo diretto degli investitori. Mantenerli sotto controllo, aiuta nel non sentirsi in completa balia dei mercati volatili. Il primo aspetto riguarda le spese, occorre essere sicuri di pagare il minimo indispensabile sotto forma di commissioni. Il secondo riguarda l’asset allocation; è opportuno mantenere il grado di rischio desiderato e avere sempre una parte del portafoglio “sicura”. Un altro aspetto importante riguarda il tasso di risparmio, bisogna essere sicuri di risparmiare abbastanza per poter far fronte ai bisogni futuri.
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