Le strategie sostenibili crescono in Europa. Secondo l’European SRI study 2016, presentato all’apertura della Settimana per gli investimenti socialmente responsabili il 15 novembre a Roma, tra dicembre 2013 e fine 2015, l’incremento del patrimonio in Europa è stato a due cifre per tutti gli approcci. Si va dal +30% dell’approccio Engagement (partecipazione attiva al governo societario per stimolare comportamenti sostenibili) al +385% dell’impact investing (investimenti che hanno l’obiettivo di generare un impatto sociale o ambientale positivo, accanto al ritorno economico).
Strategie sostenibili
Nel dettaglio, la quota più alta del patrimonio è allocata nelle strategie più tradizionali quali l’esclusione di determinate industrie e l’adesione a convenzioni internazionali, che hanno rispettivamente 10 mila miliardi e 2.600 miliardi di euro di patrimonio in gestione a livello europeo. Tuttavia, gli approcci a più alto tasso di crescita sono quelli nuovi, come l’impact investing, che passa da 20 a 98 miliardi nel biennio considerato, grazie soprattutto allo sviluppo dei green bond (obbligazioni destinate a progetti sostenibili). Tra i paesi più impegnati in questo campo figura l’Olanda, ma anche l’Italia ha avuto la sua parte nello sviluppo, in particolare con il fondo Investimenti per l’abitare (Fia) gestito da CDP Investimenti sgr e attivo sul fronte dell’edilizia sociale (social housing).
Fonte: Eurosif
In Italia piacciono gli investimenti mirati
Nel Belpaese, però, è l’approccio tematico ad avere la maggiore espansione tra fine 2013 e dicembre 2015 (+37% il tasso di crescita annuo composto). Si tratta di investimenti mirati che hanno un collegamento con la responsabilità sociale, come ad esempio le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la riduzione dell’inquinamento, ecc. Queste strategie hanno registrato incrementi significativi in molti stati europei (+143% l’aumento complessivo), grazie a politiche governative favorevoli, soprattutto in Francia, dove la crescita annua composta è stata del 213%.
Più retail
Nonostante la parte più consistente del patrimonio sia detenuto da investitori istituzionali (circa 1.400 miliardi su un totale di 1.900 a fine 2015), nell’ultimo biennio è cresciuto il ruolo dei risparmiatori passati dal 3,4 al 22,07% del totale. In Italia, rappresentano oltre il 20% del totale, ma in Belgio hanno superato il 60%.
Infine, lo studio registra in tutti i paesi sviluppi positivi sul fronte politico e regolamentare, in risposta alle iniziative promosse dall’Unione europea per accrescere la trasparenza dei mercati finanziari e migliorare la corporate governance, favorendo gli investimenti di lungo periodo.
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