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La Cina stappa ancora un po’ di rendimento

Il segmento dei soft drink nel paese asiatico crescerà in linea con il Pil. La differenza la faranno i prodotti che le aziende, soprattutto Usa, sapranno offrire. Ma la concorrenza del tè è sempre forte. 

Marco Caprotti 22/11/2016 | 14:45
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Bene, ma non benissimo. Soprattutto per i produttori americani. Si può riassumere così il futuro del segmento dei soft drink in Cina che, secondo l’ultimo Consumer Observer di Morningstar (pubblicato il 2 novembre 2016), crescerà sì a un ritmo in linea con l’andamento del Pil della Tigre asiatica ma, comunque, non ai balzi del +12% all’anno visto nell’ultimo decennio. “Le aziende che lavorano nel paese devono fare i conti con una serie di elementi culturali ed economici dell’area”, spiega il report firmato dagli analisti Adam Fleck, Allen Cheng e Matthew Dolgin. “Il primo fattore da tenere in considerazione è lo scarso livello di urbanizzazione. E nei centri rurali, a differenza delle grandi città le persone continuano a preferire il tè alle bevande in bottiglia. Dall’altra parte, però, il trend che si è registrato in altri emerging è quello di una crescita dei consumi che tiene il passo (anche se a volte con difficoltà) con l’andamento del Pil nazionale e con l’aumento delle entrate familiari”.

IL CONSUMO DI TE' IN CINA

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Si beve in città
Il fattore urbano non va sottovalutato. Secondo Canadean (una società di ricerca specializzata nel segmento beverage), in Cina ogni anno vengono bevuti 126 litri di bevande imbottigliate per persona. Un consumo che avviene esclusivamente nelle città. Dal punto di vista prettamente economico, la relazione consumo di soft drink-Pil è la stessa che si è vista in altri paesi emergenti. E, nel caso della Cina, ormai la congiuntura viaggia a un ritmo decisamente più moderato rispetto alle corse di qualche anno fa. Il nuovo modello imposto da Pechino è quello di un tasso di crescita che si attesti intorno al 6-7%. “L’aumento della popolazione urbana (che dovrebbe arrivare al 60% del totale entro il 2020), continuerà a guidare l’andamento della domanda di bevande”, spiega lo studio di Morningstar. “Ma bisogna comunque tenere presente che i consumi dei cinesi che vivono in città sono già vicini a quelli di altri paesi dove si registrano gli stessi tassi di crescita degli stipendi. Anche per questo crediamo che gli spazi per una forte crescita della richiesta siano limitati”.

CRESCITA CONSUMO DI SOFT DRINK IN CINA DAL 2000

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Ma le bevande in bottiglia non sono tutte uguali e la differenza, per le aziende (soprattutto americane che nel paese hanno la quota maggiore del segmento), la faranno i prodotti che sono e saranno in grado di proporre alla clientela. “In questo quadro di crescita controllata i prodotti che sembrano incontrare i gusti del pubblico sono soprattutto l’acqua in bottiglia, gli energy drink e il tè freddo”, dice il report di Morningstar. “Le bibite gasate continuano a crescere ma, a livello globale, iniziano a soffrire per le scelte più salutistiche delle persone. Anche questo è un trend che prima o poi, si registrerà in Cina”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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