L’addio inglese fa lo stock picker più prudente

Nel periodo fra Brexit e le elezioni americane, i gestori seguiti da Morningstar hanno preferito le vendite agli acquisti, ma non hanno rinunciato alle occasioni di qualità. Ora IT e finanziari hanno un peso maggiore. 

Marco Caprotti 06/12/2016 | 10:38
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Adelante, Pedro, con juicio”. Come il Cancelliere Ferrer de I promessi sposi quando ordina al suo cocchiere di procedere con accortezza tra la folla in rivolta, anche gli Ultimate stock picker (la selezione di gestori americani che Morningstar segue con particolare attenzione per capire come si muovono i fondi che hanno risultati superiori alla media) nel terzo trimestre hanno scelto di agire con cautela.  “Stretti fra l’addio a sorpresa del Regno Unito all’Ue e le incertezze sull’esito delle elezioni americane che hanno portato alla vittoria inattesa di Donald Trump, i money manager hanno preferito essere prudenti privilegiando, per il terzo quarter di fila, l’attività di vendita a quella di acquisto”, spiega Eric Compton, analista di Morningstar che, insieme al collega Greggory Warren, ha curato l’ultima edizione  - pubblicata il 29 novembre - del report Our ultimate stock pickers (uno studio periodico che dà una foto dei settori e dei titoli sovrappesati e sottopesati dai gestori monitorati, a confronto con la composizione dell’indice S&P500). “I manager della nostra lista, tuttavia, non hanno rinunciato a qualche acquisto mirato di nomi di alto profilo, come ad esempio Apple o alcune grandi banche Usa. L’attività di vendita e le chiacchierate che abbiamo fatto con i gestori hanno sottolineato la difficoltà nel muoversi sul mercato in un periodo come questo, che risente ancora di alcune delle difficoltà dell’anno scorso”.


I 10 TITOLI PIU' ACQUISTATI

piuacquistati

Fonte: Morningstar Direct

Detto questo, i due analisti sottolineano anche come, in qualsiasi situazione di Borsa, ci siano delle opportunità. In questo senso non deve sorprendere il fatto che, in mezzo alle vendite (che comunque hanno permesso di alleggerire alcune posizioni diventate troppo pesanti) ci siano stati diversi ordini di buy.

“Le operazioni di selling sono state fatte sui titoli che si stavano avvicinando troppo ai fair value stimati”, scrivono i due analisti. “Ma c’era anche la necessità di avere a disposizione il denaro da versare per alcuni rimborsi”.

Chi pesa di più
Il risultato di tutta questa attività è stato, considerando il complesso degli Ultimate stock picker, un sottopeso dell’energy, dei servizi alla comunicazione, dei farmaceutici e delle utility. I segmenti sovrappesati sono stati quello dei servizi finanziari e della tecnologia. Non ci sono stati, invece, grandi movimenti nel real estate, nei beni di consumo (sia ciclici che difensivi), nei materiali di base e negli industriali. “Rispetto al trimestre precedente, i manager che seguiamo, nel complesso, hanno spostato i loro portafogli più verso l’hi-tech”, spiega il report”.

PESO DEI SETTORI NEI PORTAFOGLI DEGLI USP RISPETTO ALL'S&P500

pesoUSP

Fonte: Morningstar Direct

 

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Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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