Il 2017 sarà l’anno delle società a piccola e media capitalizzazione di Piazza Affari? Il sospetto viene guardando l’elenco dei fondi dedicati all’equity del Belpaese nell’ultimo mese (fino al 17 gennaio: 2,5%. -8,5% nel 2016). Alcuni di quelli che hanno registrato i risultati migliori fra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quello appena iniziato, infatti, hanno un focus particolare sulle small e mid cap. Prodotti come Eurizon Azioni Pmi Italia (+5,62% in un mese, rating 5 stelle) o Symphonia Azionario Small Cap Italia (+5,6%, rating 5 stelle) sono gli strumenti che si sono piazzati ai primi posti nel periodo. L’indice Morningstar Italy, intanto, in un mese ha guadagnato quasi il 2%, mentre nel 2016 si è perso per strada il 9,9%.
Indice Morningstar Italy: 1 anno
Dati in euro aggiornati al 17/1/2017
Fonte: Morningstar Direct
La corsa delle Pmi
Tra i fondi con analyst rating Morningstar si fa notare AXA WF Frm Italy E-C EUR (+3,12%. +13,91 nel 2016. 3 stelle Morningstar, Bronze). “Il gestore preferisce le azioni di società che abbiano i fondamentali per crescere o quelli di aziende che stanno subendo un processo di trasformazione”, spiega Francesco Paganelli, fund analyst di Morningstar. “Questo processo ha come risultato un basso turnover di portafoglio e un’esposizione superiore alla media alle mid cap. Gli investitori, tuttavia, possono contare su un elemento interno che garantisce la liquidità: almeno il 50% degli asset deve essere messo in posizioni che possono essere liquidate in un giorno”.
Zenit Multistrategy Stock Picking R (+3,41%. -15,95%. 1 stella) punta prevalentemente sui titoli small e mid cap del segmento value. A livello settoriale c’è un deciso sovrappeso dei beni di consumo ciclici e degli industriali. Non manca una buona esposizione ai tecnologici.
A livello di rating qualitativo, il giudizio più alto della categoria dedicata all’Italia (Silver) ce l’ha Fidelity Italy E-Acc-EUR (+1,32%. -9,32% nel 2016. 3 stelle). “Il gestore combina titoli di società in crescita e ciclici, con aziende in ristrutturazione”, dice Paganelli. “In questo modo lo stock picking rappresenta la fonte principale per creare valore aggiunto. Questo approccio unconstrained, unito a un mercato che di solito si concentra su pochi nomi, può portare ad andamenti diversi rispetto a quelli dei concorrenti presenti nella categoria o dal benchmark”.
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