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La Cina torna a preoccupare

Il Pil del colosso emergente continua a rallentare, mentre il debito sta salendo a livelli di guardia. Meglio muoversi con cautela e non fare del paese asiatico il centro del portafoglio. 

Marco Caprotti 09/02/2017 | 14:41
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Se la previsione fosse confermata, sarebbe preoccupante. Pechino ha più volte fatto sapere che c’è bisogno di una crescita del Pil di almeno il 6,5% all’anno per arrivare a una serie di obiettivi economici fra cui il raddoppio del reddito pro-capite entro il 2020. “C’è poi la questione del debito del paese che è aumentato al 250% del Pil dalla crisi finanziaria del 2008”, spiega Karen Kwock, analista di Morningstar. “Mediamente, per i mercati emergenti, il rapporto è del 100-150%”.

Dal punto di vista borsistico non siamo ancora in una situazione di panic selling, ma guardando l’andamento degli indici emerge che qualcosa riguardo alla Cina non convince gli investitori. Il paniere Morningstar dedicato al Regno di mezzo nel 2016 ha guadagnato il 5,3%. Nello stesso periodo il benchmark dedicato al Brasile (l’altro grande paese emerging) è salito del 71%, mentre il listino dedicato ai mercati in via di sviluppo in generale è salito del 14,3%.

INDICE MORNINGSTAR CHINA: 1 ANNO

cinaDati in euro aggiornati all'8 febbraio 2016
Fonte: Morningstar Direct

 

INDICE MORNINGSTAR BRASIL: 1 ANNO


Brasil

 

Dati in euro aggiornati all'8 febbraio 2016
Fonte: Morningstar Direct

 

“L’alto livello del debito e il rallentamento dell’economia stanno mettendo sotto stress il sistema finanziario cinese”, dice Kwock. “Questo a sua volta fa crescere le preoccupazioni sull’impatto che una situazione del genere potrebbe avere sull’economia mondiale”.

Diversificazione e rating
In uno scenario del genere, chi è interessato a investire in asset cinesi fa bene a muoversi con i piedi di piombo, tenendo sempre a mente che i fondi dedicati a un singolo paese – e per di più emergente – sono solo un elemento satellite di un portafoglio diversificato.

Fra quelli venduti in Italia, uno con i giudizi più alti da parte degli analisti Morningstar è Robeco Capital Growth Funds - Robeco Chinese Equities D EUR (Analyst rating: Silver, 4 stelle, + 3,9% nel 2016). “Il processo di investimento prevede un’analisi di tipo top down, con una doppia copertura: una sulle riforme del governo e una sugli sviluppi macroeconomici”, spiega Mark Laidlaw, fund analyst di Morningstar. “Questo sistema cerca di identificare al meglio i temi e i trend che guideranno la congiuntura cinese. Visto che l’economia del paese è incentrata sui piani centrali (la cui influenza, però, sta diminuendo con l’aumentare dell’orientamento al mercato), crediamo che questo approccio abbia senso”.

Chi ha il cuore un po’ più forte può guardare UBS (Lux) Equity Fund - China Opportunity (USD) (USD) Q-acc (Analyst rating: Bronze, 5 stelle, +1,56% nel 2016). “Il gestore cerca di investire nei leader attuali e futuri di pochi settori di crescita a lungo termine attraverso un mix di ricerca top down e bottom up”, spiega Germaine Share, fund Analyst di Morningstar. “Questo, unito a un approccio unconstrained (slegato dal benchmark), ha portato a buoni risultati in passato. Tuttavia ci piacerebbe vedere un sistema più strutturato nella gestione, compresa quella del rischio di liquidità, soprattutto alla luce della popolarità del fondo e del suo orientamento verso le azioni small e mid cap”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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