Un portafoglio formato da un asset allocation diversificato nel modo giusto e che permetta di ottenere, nel medio e lungo termine, i risultati finanziari che uno si prefigge. Facile a parole, ma più complicato da fare. Almeno in apparenza.
Anche un investitore, quando si muove sui mercati finanziari ha bisogno di avere un vantaggio competitivo. Ognuno ha la sua ricetta. Secondo Bill Miller (gestore celebre per aver battuto, con il suo fondo Legg Mason Capital Management Value, l’S&P500 per 15 anni di seguito, un’eventualità impossibile secondo la teoria dei mercati efficienti) le tre possibili fonti sono:
1) Le informazioni. Nella fattispecie, l’accesso e la disponibilità di informazioni che altri non posseggono. Una pratica che nella maggior parte del mondo è illegale. Se a questo si aggiunge il numero di persone che cercano di ottenere informazioni in maniera legittima, si capisce bene perché questo punto non dia un vero vantaggio.
2) Le analisi. Un investitore ha a disposizione le stesse informazioni che hanno gli altri. Ma le valuta in maniera differente. È una pratica più facile rispetto al punto uno, ma è difficile essere sempre il più bravo nelle elaborazioni.
3) La finanza comportamentale. L’elemento più duraturo, perché è più facile prevedere come un gran numero di persone reagirà di fronte a determinati eventi. Più difficile è capire come ci comportiamo noi stessi.
Le regole di MIM
Più utili forse, possono essere i consigli elaborati da Morningstar Investment Management (MIM), la società di Morningstar che crea soluzioni di investimento per aiutare le istituzioni finanziarie a realizzare i bisogni dei loro clienti.
A) Meglio fidarsi di quelle società di gestione per cui l’investitore viene prima di tutto. Le aziende che fanno questo alla fine vincono perché i loro clienti vincono.
B) Pensare in maniera indipendente. Per ottenere risultati è necessario investire con convinzione, anche se questo significa andare controcorrente. Le ricerche di Morningstar dimostrano che prendere delle decisioni basate sull’analisi fondamentale tralasciando elementi di breve periodo o di sentiment porta a migliori risultati nel lungo termine.
C) Avere pazienza. Cioè ragionare nel lungo periodo. Questo permette di superare le fasi di alti e bassi dei mercati. Senza contare che è nel lungo periodo che i fondamentali e le valutazioni portano dei risultati.
D) Pensare alle valutazioni. Legare le decisioni di investimento al fair value di una società – cioè a quanto veramente vale – potenzialmente porta a migliori rendimenti. In altre parole, prima di valutare un’azione, bisogna valutare il business della società emittente.
E) Avere un approccio basato sull’analisi fondamentale. Questo significa fare buone ricerche per capire cosa guida veramente i bilanci di un’azienda. Il focus è sulle prospettive di guadagno future della società e non sul cambiamento di prezzo del suo titolo. In pratica, significa conoscere quello che si ha in portafoglio e perché lo si possiede.
F) Minimizzare i costi. I rendimenti sono incerti, ma i costi si conoscono quasi sempre. Abbassarli significa ottenere di più.
G) Costruire un portafoglio in maniera olistica. Un investimento è molto di più della somma delle sue parti. Una vera diversificazione può avere un forte impatto sui rendimenti aggiustati per il rischio.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.