La qualità, a volte, non paga. Se i titoli di maggior valore hanno prezzi troppo alti, allora è meglio abbassare le pretese e posizionarsi su stock che hanno valutazioni più convenienti per evitare il rischio di realizzare perdite in conto capitale.
Il settore auto si contraddistingue per l’esiguo numero di società che riescono a costruirsi una posizione di vantaggio rispetto ai competitor. La concorrenza all’interno dell’industria è molto forte, tutte le aziende hanno un problema di capacità produttiva inutilizzata che limita l’espansione dei margini di profitto e solo chi riesce a posizionarsi su segmenti a più alto valore aggiunto (o riesce a far leva su marchi per i quali i consumatori sono disposti a pagare un extraprezzo) è in grado di generare una redditività del capitale superiore alla media.
Il mercato non crede a Marchionne
Al momento i titoli del settore sono valutati a un rapporto Prezzo/Fair value medio di 0,83, ma quelli con un Moat elevato, come Ferrari, sono scambiati a premio rispetto al fair value. Il consiglio degli analisti di Morningstar, dunque, è quello di prendere posizione su società come Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e General Motors che, pur non avendo una profittabilità superiore alla media, sono fortemente scontate dal mercato.
FCA paga lo scetticismo del mercato nei confronti degli obiettivi annunciati dal management, che prevede per il 2018 un margine Ebit tra il 6,4% e il 7,2%, oltre 300 punti base più elevato rispetto a quello registrato nel 2014. “Le nostre attese sono significativamente più basse, ma nonostante questo conducono a una stima del fair value pari a 15 euro (report pubblicato in data 26 gennaio 2016), circa il 30% più alta rispetto agli attuali prezzi di mercato”, dice Richard Hilgert analisti di Morningstar.
Margini in crescita per General Motors
Discorso analogo per General Motors, gruppo americano che secondo i rumors del mercato potrebbe essere in odore di una possibile fusione proprio con FCA. La casa automobilistica ha fatto passi in avanti importanti in termini di profittabilità attraverso una grossa operazione di riduzione dei costi, razionamento delle piattaforme produttive e aumento delle economie di scala attraverso una maggior presenza sui mercati mondiali.
I nostri analisti prevedono un ulteriore miglioramento del margine operativo nei prossimi anni e stimano un fair value pari a 44 dollari (report pubblicato in data 14 febbraio 2017). Inoltre, gli azionisti possono contare su uno yield del 4% e su un piano di riacquisto di azioni proprie che promette di aumentare ulteriormente il valore del titolo.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.