Sei nuove coperture, quattro bocciature e due promozioni. E’ questo, nella sintesi dei numeri, il risultato dell’attività di gennaio dei fund analyst di Morningstar sulle strategie vendute (anche) in Italia.
I nuovi rating
Per quanto riguarda i fondi appena entrati nel radar degli analisti, lo score parla di un Gold, due Silver e tre Bronze. Il giudizio più alto è andato a Capital Group New Perspective (LUX) Z. Questo fondo è il clone domiciliato in Lussemburgo del portafoglio di American Funds chiamato New Perspective (rating Gold). Gli analisti sono convinti che la strategia e la gestione rappresentino elementi di sicurezza. I gestori cercano la crescita in giro per il mondo attraverso società multinazionali. Secondo gli analisti, il sistema di gestione multimanager dà la possibilità di occuparsi dei molti asset in portafoglio, ma permette a ogni individuo di esprimere il proprio punto di forza. Questi elementi sono esaltati dalla grande esperienza del team di gestione, dalle abilità dimostrate e dall’allineamento dei loro interessi con quelli degli investitori. La sovraperformance rappresenta la norma. Senza contare che è competitivo anche sotto il profilo dei prezzi.
Un gradino sotto si sono piazzati Capital Group Investment Company of America (LUX) Z e Legg Mason BW Global Opportunistic Fixed Income A Inc M $. Il primo fondo è gestito da un team di otto persone con decenni di esperienza. Sono gli stessi che guidano la strategia venduta in Usa a marchio American Funds. Ogni gestore lavora in maniera indipendente ma in maniera da incastrarsi con il mandato del fondo che prevede l’esposizione sia al comparto growth che income. Il portafoglio che ne risulta di solito offre un po’ più di rendimento rispetto all’S&P500 senza sacrificare la qualità. Offre un mix di società prudenti che pagano dividendi e aziende growth a sconto che diminuiscono la volatilità ma non la performance. Il fondo ha dato buoni rendimenti rispetto ai concorrenti.
Nel secondo caso la guida è affidata a due veterani del reddito fisso come Steve Smith e David Hoffman fin dal lancio. La loro filosofia è quella di non curarsi delle indicazioni che arrivano dal benchmark, ma di cercare di identificare alti rendimenti e valute in paesi che hanno fondamentali forti o in miglioramento. Il fondo si concentra sul debito sovrano, ma la flessibilità data ai manager permette di cercare in maniera opportunistica anche nel segmento corporate e nelle cartolarizzazioni. Secondo gli analisti l’esperienza dei manager (unita al supporto del team), insieme all’approccio disciplinato rendono questo fondo una scelta di lungo periodo interessante per gli investitori che possono sopportare brevi momenti di volatilità.
Un Bronzo è andato a BGF Global Corporate Bond D2. Owen Murfin è alla guida del fondo sin dal suo lancio nel 2007. Fa parte del team global bond e guida la strategia sul credito a livello mondiale. Il manager e il suo team impiegano un approccio disciplinato che mira a sovraprformare l’indice Barclays Global Aggregate Corporate Index USD-hedged di almeno 100 punti base annualizzato (e a lordo delle commissioni) nel corso di un ciclo di mercato. Anche se l’obiettivo non è ambizioso è allineato con il tipo di approccio utilizzato. Il manager cerca di ottenere la sovraperformance con scommesse che si basano sulla rotazione settoriale e trading sulla curva dei rendimenti del mercato globale dei crediti. Mette meno enfasi, invece, sulle strategie direzionali.
Rating Bronze anche per JPM US Value C (acc) USD. Il fondo beneficia della vasta esperienza del gestore a capo del team, Jonathan Simon. Investe in società mid e large cap sottovalutate, dando la precedenza ai nomi di alta qualità. Ma si orienta anche su aziende con fondamentali più deboli (purché in via di miglioramento) se le valutazioni sono sufficientemente interessanti. La performance è costante e il fondo ha fatto meglio dei concorrenti in un arco temporale di tre, cinque e 10 anni (fino a dicembre 2016). Rispetto al benchmark (Russell 1000 Value Index), il fondo ha sovraperformato nel lungo periodo anche se ha faticato un po’ nei cinque anni. Secondo gli analisti il successo nel lungo periodo testimonia l’esperienza di Simon e il supporto che riceve dal suo team con cui lavora da più di un decennio.
Giudizio uguale per TCW Funds Emerging Markets Income AU. I gestori Penny Foley, David Robbins e Javier Segovia, hanno grande esperienza nel debito dei mercati emergenti e sono supportati da un buon team di analisti. La squadra ha grande flessibilità nella strategia che unisce l’esposizione all’hard currency con le valute locali e il debito corporate dei paesi emergenti. I gestori hanno utilizzato questa flessibilità con competenza facendo meglio dei concorrenti fin dal lancio del fondo nel 2011. Le alte commissioni rappresentano però un elemento negativo.
Promozioni
Gli upgrade riguardano Threadneedle (Lux) UK Eq AG e Threadneedle UK Retl Inc GBP da Neutral a Bronze. Questi fondi avevano avuto un giudizio di neutrale dopo la nomina a capo della gestione nel 2014 di Chris Kinder (al posto di Simon Brazier che aveva lasciato la società). Kinder, secondo gli analisti, aveva un buon track record con i fondi piccoli, ma non con un prodotto long-only con ingenti asset in gestione. Questo, unito ad altri cambiamenti nel team, allora impediva di dare un rating positivo. Ora gli analisti hanno avuto prova della capacità di Kinder di trasferire il suo approccio di investimento a questo mandato. Hanno quindi assegnato un rating più alto.
Bocciati
I downgrade sono tutti passaggi da Bronze a Neutral. Nel caso di Fidelity European High Yield Y-Acc-EUR, nonostante i segnali di continuità nella gestione dati dalla guida di Andrei Gorodilov e dal continuo coinvolgimento di Ian Spreadbury, gli analisti sono preoccupati per la capacità di creare valore all’interno del vasto universo che rappresenta questo fondo. Gli asset in gestione sono investiti in bond emessi da società europee a prescindere dalla valuta. Il risultato è una più ampia selezione rispetto ai concorrenti che comprende molti nomi dell’est Europa e della Russia. Secondo gli analisti, inoltre, c’è un turnover alto nel team di Fidelity dedicato all’analisi sul debito rispetto ai concorrenti. Infine, con più di 4 miliardi di euro di asset in gestione, questa strategia è una delle più corpose nel segmento del debito europeo high-yield. Secondo gli analisti di Morningstar, la società farebbe bene a creare migliori economie di scala e a rivedere il profilo commissionale che al momento è al di sopra della media.
Per quanto riguarda Investec GSF EM Local Currency Debt I Acc USD, il fondo è gestito dal team specializzato sul debito dei mercati emergenti globali di Investec guidato, insieme, da Peter Eerdmans e Werner Gey van Pittius. Gli analisti apprezzano il loro coinvolgimento e le capacità del team. Ora però sta nascendo qualche dubbio sulla capacità di applicare il processo di investimento nel tempo, nonostante il rinnovato focus sulla gestione del rischio. Dopo un anno deludente, il team ha inserito una serie di meccanismi per migliorare il risk management e avere una disciplina di vendita più rigorosa. Il sistema non convince del tutto gli analisti secondo cui, nella stessa categoria, gli investitori possono trovare opzioni migliori.
Fari accesi anche su Legg Mason Royce US Smaller Companies A Acc $. Secondo gli analisti ci sono dei problemi con il processo di investimento. Ad esempio una scarsa disciplina nelle vendite, una definizione della qualità che non convince e una debole costruzione del portafoglio. Il gestore Lauren Romeo non ha ancora dimostrato di sapere gestire appieno il fondo nonostante l’eredità lasciata dal predecessore nella gestione delle small cap equity e l’aiuto di un team di esperienza come quello di Royce.
Si vola a oriente con Polar Capital Japan USD Acc. Dall’estate del 2016 James Salter è stato l’unico gestore del fondo. Gerard Cawley, l’ex cogestore si è infatti concentrato sulla strategia Polar Capital Japan Alpha strategy. Gli analisti hanno ancora fiducia in Salter ma, aggiungono, i cambiamenti nel team fanno nascere qualche dubbio. Il fondo è stato condizionato negativamente dall’atteggiamento bullish preso con l’inizio dell’Abenomic, ma il processo di investimento fornisce al gestore la flessibilità di reagire in maniera più veloce alle situazioni di mercato o di costruire un portafoglio più bilanciato. Inoltre, sempre secondo gli analisti, la presenza di una commissione di gestione (alla luce di spese correnti già alte) toglie ulteriore interesse allo strumento.
GLI ANALYST RATING DI GENNAIO
Fonte: Morningstar Direct
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