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Il biotech si risveglia ma scotta

La categoria Morningstar sta correndo dopo un pessimo 2016. Gli analisti consigliano prudenza su un segmento troppo orientato verso i titoli growth. 

Marco Caprotti 01/03/2017 | 14:43
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La biotecnologia prova a fare dimenticare al mercato il brutto 2016. Ma, nonostante lo stato di forma ritrovato, va maneggiata con cura. La categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono sui titoli più innovativi del settore salute da inizio gennaio (fino al 27 febbraio e calcolato in euro) ha guadagnato quasi il 10%. Un andamento che fa ben sperare gli investitori dopo il -17,08% segnato l’anno scorso che ha fatto di questo segmento di mercato il peggiore fra tutti quelli della regione Emea. Il risveglio è dovuto principalmente all’ondata di fusioni e acquisizioni e alle rassicurazioni date dalla nuova amministrazione americana all’intero comparto farmaceutico riguardo a procedure più snelle per l’approvazione di nuove cure.

Un fondo della categoria Biotech che gli analisti di Morningstar ritengono interessante è  Candriam Eqs L Biotechnology N (4 stelle, Analyst Rating: Bronze). Nel 2016 ha perso il 17%, mentre da inizio anno ha segnato +12%. “Il portafoglio è cambiato nel corso del tempo spostandosi da una selezione concentrata sulle small cap a una lista di azioni più diversificata”, spiega Jeffrey Schumacher, fund analyst di Morningstar. “Restano comunque in portafoglio dei titoli small e mid cap. Il gestore, infatti, vuole continuare ad avere un’esposizione alle società più innovative del settore”.

Una strategia simile la segue UBS (Lux) EF Biotech (USD) P-acc (rating 4 stelle) che da inizio gennaio, sta guidando la categoria (+14%, -14,6% nel 2016).

Attenti ai growth
Gli analisti tuttavia, consigliano una certa prudenza, quando si ha a che fare con strumenti come questi che, per loro natura, investono su titoli del segmento growth. “Queste società sono tali, fra le altre cose, perché la loro crescita deve essere superiore alle attese del mercato”, spiega Alex Bryan, analista di Morningstar. “Questo complica la vita del gestore che ha a che fare con le attese di rendimenti superiori alla media da parte degli investitori. Ma anche per queste società non è sempre facile mantenere elevati tassi di sviluppo. Un’azienda può espandersi più velocemente del resto del settore in cui lavora prendendo quote di mercato ai suoi concorrenti. Ma la crescita incoraggia l’imitazione e i rivali possono reagire aggressivamente per difendere le posizioni. Inoltre, la crescita a tutti i costi non è necessariamente un vantaggio per gli investitori. Spesso lo stipendio degli amministratori è legato alle dimensioni della società che guidano. Di conseguenza il management può essere tentato di imbarcarsi in progetti rischiosi e poco remunerativi per allargare il business a spese dei soci”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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