La Cina invecchia e spende

Calo delle nascite e aumento della popolazione anziana sposteranno l’attenzione degli investitori verso le società dei beni di consumo, dice uno studio di Morningstar.  

Marco Caprotti 28/03/2017 | 14:38
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“La Cina è un grande paese, abitato da molti cinesi”. Chissà se alla luce dei cambiamenti demografici in atto nel paese asiatico, il generale (e poi presidente) francese Charles De Gaulle, ripeterebbe questa affermazione. In effetti il boom delle nascite – insieme a pesanti investimenti da parte dello stato - ha influito molto nelle dinamiche di crescita economica dell’area negli ultimi 30 anni. “Per i prossimi 10 ci aspettiamo che l’elemento demografico rallenti la congiuntura del paese e ridisegni il suo modello economico”, scrive Daniel Rohr, analista equity di Morningstar nella prima parte di un corposo studio dedicato all’ex Regno di mezzo. “La popolazione rurale, che con le sue migrazioni ha fornito carburante alla veloce urbanizzazione delle città, sta diminuendo. Le persone in età da lavoro stanno decrescendo in contemporanea con il progressivo invecchiamento della popolazione”.

Figura 1: aumenta l'urbanizzazione

Urbanizzazione

Dalla finanza ai consumi
Uno scenario che dovrebbe essere tenuto in considerazione anche dagli investitori. “A rimetterci saranno soprattutto le società finanziarie che fino ad ora hanno potuto contare sui risparmi dei lavoratori per erogare prestiti che hanno alimentato la crescita”, dice Rohr. “Ci sarà invece una spinta ai consumi domestici”. La dinamica, in realtà non è nuova, soprattutto per le zone emergenti. In una società contadina, infatti, molti figli possono dare una mano nel lavoro dei campi. In una comunità urbanizzata una buona educazione è il prerequisito per avere successo, ma per le famiglie questo rappresenta spesso un investimento oneroso che è meglio concentrare su pochi rampolli. Ma c’è un elemento in più. Secondo le previsioni di Morningstar, basate sui dati della popolazione cinese raccolti dalle Nazioni Unite (Onu) e dalla World Bank (WB, la Banca mondiale), entro il 2026 il numero delle donne fra i 20 e i 29 anni scenderà di un terzo. “Si tratta di un fattore importante perché in quella fascia d’età il numero dei concepimenti è cinque volte superiore rispetto a quella che va da 30 a 39 anni e 50 volte maggiore rispetto ai 40-49 anni”, dice l’analista.

Figura 2: calano le nascite fra le 20enni

Nascite

Crescono i pensionati
Il fattore invecchiamento farà la sua parte. Sempre secondo le elaborazioni di Morningstar sui dati Onu e WB, entro il 2026 la Cina avrà 207 milioni di persone sopra i 65 anni: il 50% in più rispetto all’anno scorso. “E nel 2036 ci saranno più cinesi over 65 che americani di ogni età”, dice l’analista. Nei prossimi 10 anni la popolazione in età da lavoro (da 15 a 64 anni) diminuirà di 20 milioni di unità. “Per un paese come la Cina non è un crollo, ma è sicuramente un segnale di un’inversione di tendenza”, dice Rohr. Tutto questo porterà a una rotazione dei settori in cui confluiranno i soldi dei cinesi. “Tipicamente i cittadini in età da lavoro di quel paese sono dei risparmiatori”, dice Rohr. “Questo ha permesso alle società finanziarie di raccogliere fondi che sono stati poi reinvestiti. Gli anziani, invece, sono spender”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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