Il Giappone tira il fiato. Dopo il +6,30% (in euro) messo a segno nel 2016 e il buon inizio di 2017, l’indice Morningstar dedicato al Sol Levante nell’ultimo mese (fino al 4 aprile) ha registrato un -0,17% che porta la performance da inizio anno a +3,9%.
Indice Morningstar Japan: 1 mese
Dati aggiornati 4 aprile 2017
Fonte:Morningstar Direct
Il rallentamento in termini di performance si è fatto sentire anche a livello di categorie Morningstar. Quella riservata all’azionario large cap in un mese è scesa dello 0,36% (in euro, -2,89 in yen), mentre quella dedicata alle small e mid cap è calata dello 0,13% (-2,66% in valuta locale). “Le preoccupazioni dei mercati non riguardano tanto l’economia giapponese da cui l’azionario del Sol levante (composto principalmente da società votate all’export, Ndr) è sempre stato abbastanza slegato, quanto le prospettive dell’economia globale e di quella Usa in particolare”, spiega Karen Kwock, analista di Morningstar. “I numeri che arrivano a livello macro sono positivi, ma proprio per questo gli investitori si aspettano che possano esserci delle fasi di rallentamento che potrebbero portare i mercati in altalena”.
Meglio controllare la volatilità
Fra i fondi dedicati alle large cap uno di quelli che si è comportato meglio e che secondo gli analisti di Morningstar offre buone garanzie in termini di diversificazione e di controllo delle volatilità è stato Uni-Global Equities Japan SA-JPY, (rating 5 stelle, Analyst rating Silver) che, in un mese, ha guadagnato l’1,6%. “Uno dei punti di forza del fondo è l’approccio rigoroso in cui la gestione del rischio è l’elemento centrale”, spiega Ronald van Genderen, fund analyst di Morningstar. “Il processo di investimento unisce tecniche quantitative con l’analisi fondamentale dei rischi per produrre un portafoglio diversificato con poca volatilità rispetto al resto del mercato. La ricerca di diversificazione porta a una grande flessibilità in termini di allocation settoriale e di capitalizzazione di mercato. Il 33% del portafoglio è investito in mid cap contro il 17% medio dei suoi concorrenti”.
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