Sarà anche vero che chi trova un amico trova un tesoro, ma chi trova una small-cap di qualità può diventare ricco. E’ sempre difficile, per una società, riuscire a costruirsi una posizione di vantaggio rispetto ai competitor. E lo è ancora di più per quelle con scarse risorse di capitale. Per questo motivo investire in stock di piccole dimensione, ma con Moat elevato, offre la possibilità di ricavare rendimenti crescenti per un lungo periodo di tempo.
Il sale aggiunge valore
Il Moat di Compass Mineral International, ad esempio, è frutto di un portafoglio di asset di assoluto valore. Il gruppo statunitense è proprietario della miniera di sale più grande del mondo (nello Stato americano dell’Ontario) e gode di un agevole accesso portuale che le permette di trasportare la sua merce a costi molto bassi. A questo, poi, si aggiunge l’alta stabilità dei ricavi: Compass ricava l’80% del suo fatturato dalla vendita di sale, mentre il restante 20% dalla produzione di solfato di potassio, utilizzato nell’agricoltura come fertilizzante.
Il mercato del sale ha il vantaggio di godere di una forte stabilità del prezzo in quanto non risente dell’andamento del ciclo economico, anche se è sensibile alle variabili condizioni climatiche (viene utilizzato sulle strade in caso di neve e ghiaccio). Nel segmento del solfato di potassio, invece, può far leva sul favorevole posizionamento del suo centro estrattivo, che le garantisce la possibilità di produrre a costi più bassi rispetto ai competitor, oltre che sulla struttura oligopolistica di questo mercato che permette ai pochi operatori di mantenere un maggior potere contrattuale nei confronti dei clienti e quindi di vendere con alti margini di profitto.
Negli ultimi due anni l’azienda ha pagato, in termini di vendite, il clima particolarmente mite degli inverni americani, ma gli analisti prevedono per i prossimi cinque anni una crescita media del fatturato dell’11%. Il titolo è scambiato attorno ai 68 dollari, a un tasso di sconto del 23% rispetto al fair value che è pari a 88 dollari (report aggiornato al cinque aprile 2017).
L’importanza del marchio John Wiley
John Wiley & Sons deve la sua posizione di vantaggio all’interno del settore dell’editoria alla forza del suo brand. Il gruppo americano opera in tre segmenti: quello dei libri di testo scolastici, quello delle pubblicazioni specialistiche di settore e quello della ricerca. In ognuno di essi è riuscito a diventare un riferimento sia per gli autori che pubblicano per la casa editrice sia per gli studenti, i ricercatori o i professionisti che acquistano il materiale. E questa leadership la mette al riparo dal possibile ingresso di nuovi competitor.
Il trend crescente nell’utilizzo di libri di testo nelle versioni digitali e il taglio al budget di scuole e Università giocano a sfavore dell’azienda americana, ma grazie allo sviluppo del suo programma online e alla maggior presenza sui mercati internazionali l’azienda dovrebbe crescere, secondo le stime degli analisti, a un tasso medio dell’1% nei prossimi cinque anni ed espandere il margine operativo di trecento punti base. Il mercato sembra sottovalutare questi miglioramenti e sconta il titolo di circa il 10% rispetto al fair value che è pari a 57 dollari per azione (report aggiornato al 17 marzo 2017).
Su Valero Energy meglio essere prudenti
Valero Energy Partners (VLP) opera nel segmento mid-stream del settore energetico. La sua attività core è quella del trasporto e stoccaggio di greggio a cui associa anche le operazioni di raffinazione di petrolio. Il gruppo riesce ad operare in una sorta di monopolio naturale, dato che la costruzione di nuovi oleodotti è vincolata alla reali necessità del settore e non all’esigenza di stimolare la concorrenza. Cosa che permette a VLP di operare al riparo dai competitor.
Inoltre, grazie a un meccanismo di pagamento attraverso commissioni, stabilite sulla base di contratti di durata decennale, l’azienda ricava flussi di cassa costanti nel tempo ed è in grado di pagare ai suoi azionisti una cedola generosa. Al momento il titolo è scambiato a un tasso di sconto del 9% rispetto al fair value che è pari a 52 dollari (report aggiornato al sei marzo 2017), ma gli analisti di Morningstar suggeriscono di esporsi sul titolo solo nel caso in cui il prezzo di mercato scenda sotto i 37 dollari.
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