L’industria europea degli Etp (Exchange traded product) ha iniziato il 2017 con flussi record pari a 33,4 miliardi di euro nel primo trimestre, il triplo rispetto agli ultimi tre mesi del 2016. Il patrimonio è salito a 601 miliardi, il 10,2% in più del dicembre scorso.
Flussi netti trimestrali nell’industria europea degli Etp
Più fiducia nell’economia
I favoriti sono stati gli Etf azionari (+19,4 miliardi di flussi netti). Guardando alla distribuzione della raccolta nelle diverse categorie Morningstar, si nota come la fiducia degli investitori nell’economia globale sia migliorata in modo considerevole. Nei top-cinque, infatti, si trovano sia mercati sviluppati sia emergenti.
In particolare, gli investitori si sono concentrati sui benefici della politica fiscale espansiva promessa da Donald Trump. Infatti, gli Etf azionari US large cap blend hanno attratto circa 2,6 miliardi e quelli con copertura valutaria quasi un miliardo.
Gli azionari Eurozona large cap hanno raccolto 1,9 miliardi, proseguendo il trend positivo iniziato alla fine del 2016. Nonostante i rischi politici, la ripresa sembra rafforzarsi e gli indici azionari, sia dell’area sia dei singoli paesi, hanno reso tra il 6 e il 7% in media nel primo trimestre e il 20% in dodici mesi.
Gli obbligazionari rialzano la testa
I flussi netti nel reddito fisso sono stati di 7,2 miliardi, contro riscatti pari a 3 miliardi nell’ultimo trimestre 2016. Gli investitori sono tornati anche sui mercati obbligazionari emergenti, acquistando sia i replicanti in valuta forte, sia quelli in divisa locale; dopo essersi allontanati per i proclami anti-globalizzazione di Trump in campagna elettorale.
Gli Etf sui corporate bond in dollari e i titoli di stato inflation-linked (Tips) hanno raccolto rispettivamente 1,2 e 0,9 miliardi. Per contro, il reddito fisso in euro (governativo, societario e high yield) è stato il meno popolare. L’unica eccezione è rappresentata dalle scadenze brevi a significare che iniziano a diffondersi delle attese su politiche monetarie meno accomodanti da parte della Banca centrale europea.
I replicanti sulle commodity (Etc ed Etf) hanno ottenuto flussi netti per 4,9 miliardi nel trimestre, contro i -0,9 del periodo precedente. La gran parte della liquidità si è diretta verso quelli con sottostante l’oro. Tuttavia, vale la pena citare il Source Bloomberg Commodity Etf, che ha come sottostante un ampio paniere di materie prime (l’indice di riferimento è Bloomberg commodity total return) e ha raccolto 1,1 miliardi, quasi tutti al debutto a gennaio. Una delle ragioni della sua popolarità è il basso costo: le spese correnti sono dello 0,19%, circa la metà dei concorrenti sullo stesso benchmark.
Orientamento al rendimento
Gli Strategic beta, comunemente detti smart beta, hanno attratto 3,1 miliardi netti nel primo trimestre, in crescita rispetto all’1,2 miliardi del periodo precedente. In linea con i mesi scorsi, quelli orientati al rischio sono stati i meno popolari, mentre i return-oriented hanno raccolto 2,9 miliardi, consolidando la loro quota di mercato al 73,5%.
Chi raccoglie di più
Tra gli emittenti, iShares è prima per flussi nel trimestre (+9,7 miliardi). Tuttavia, lo spostamento degli investitori dai prodotti obbligazionari, dove la società del gruppo BlackRock è leader, agli azionari, dove la competizione è maggiore, ha avvantaggiato anche altri operatori. Lyxor ha attratto 4,2 miliardi, riducendo la distanza da db x-trackers in termini di masse gestite (la loro quota di mercato è del 9,6%). Quest’ultima ha sofferto deflussi nel 2016, ma sta tornando a guadagnare terreno (+2 miliardi netti nel primo trimestre). Sono stati tre mesi positivi anche per Ubs e Amundi, quarto e quinto player europeo, seguiti da Vanguard, Source e State Street.
Tutte le tabelle e i grafici sono stati fatti con Morningstar Direct.
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