Niente panico, siamo top manager

I mercati stanno attraversando una fase delicata, spiegano alcuni gestori di fondi con Morningstar rating di 5 stelle. I prezzi e le chiamate alle urne possono far crescere la volatilità. L’importante, dicono, è continuare a guardare nel lungo periodo e affidarsi ad asset di qualità.  

Marco Caprotti 26/04/2017 | 09:28
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L’ordine è uno solo: niente panico. Con le valutazioni delle azioni ai massimi ed elezioni da cui possono arrivare risultati imprevedibili i gestori di fondi con un Morningstar rating di 5 stelle invitano alla calma e spiegano perché conviene ragionare sempre nel luno periodo. “Ci sono due modi di guardare ai prezzi dei prodotti da investimento”, spiega Thorsteen Paarman, gestore di Invesco Pan European Structured Fund (Morningstar rating 5 stelle, Analist rating Silver). “Uno è in relazione alle media storiche, l’altra e in rapporto ad asset class alternative. “Guardando i prezzi di questi giorni possiamo dire che l’azionario Usa tratta a premio rispetto alle sue medie storiche di lungo periodo. L’Europa invece è in linea. Quello che in questo momento rende l’equity più interessante rispetto ad esempio ai bond, è lo yield. Gli investitori che cercano income possono guadagnare di più dalle cedole azionarie che non dai coupon di molti emittenti. Per questo il mercato in questo momento si sta concentrando sulle azioni”.

Restano le incognite legate alla particolare situazione politica, con risultati elettorali (soprattutto in Europa dove si vota in Francia, in Germania e in UK) tutt’altro che prevedibili. “Eventi politici come questi possono distorcere il mercato temporaneamente e aumentare la volatilità”, dice Paarman. “Ma nel lungo periodo le società di qualità saranno capaci di dare rendimenti interessanti a prescindere dallo scenario politico. Prevedere sviluppi in questo senso è difficile e fare valutazioni sulle possibili reazioni dei mercati lo è ancora di più. Noi investiamo con una visione di lungo periodo affidandoci a quelle che sono le nostre competenze nella selezione dei titoli”.

Non fuggire
La cosa da non fare è quella di evitare una zona o una regione perché si è spaventati dall’incertezza politica. “Escludendo un singolo paese da una regione, gli investitori corrono il rischio di eliminare operatori best-in-class o addirittura interi settori”, spiega Mark Denning, gestore del fondo Capital Group European Growth and Income (Analyst rating 5 stelle). “Esempi di aziende leader di settore in Europa includono compagnie con domicilio in Gran Bretagna, quali Glencore (industria mineraria e dei metalli) e BAE Systems (aerospaziale e difesa), che sarebbero tutte fuori da un portafoglio europeo ex-UK”. Con l’esclusione del Regno Unito da un portafoglio azionario europeo, quindi, gli investitori si negherebbero l’accesso a un’ampia gamma di settori. “Ciò è particolarmente rilevante quando si cercano investimenti in grado di generare reddito, visto che alcuni settori, ad esempio quello del tabacco, offrono generalmente ottimi dividendi”, dice Denning. “Per quanto ci riguarda, abbiamo un approccio alla selezione di titoli di tipo bottom-up quando si investe in azioni. Ciò permette agli investitori di identificare i potenziali vincitori all’interno di un’asset class, anche quando gli eventi esterni o di tipo macroeconomico hanno un impatto negativo su tale asset class nel suo complesso”.

L’America non è solo gli Usa
Le incertezze non riguardano soltanto il Vecchio continente: con l’elezione a sorpresa di Donald Trump alla Casa Bianca sono diventate un elemento con cui fare i conti anche dall’altra parte dell’Atlantico. Questo ha costretto alcuni gestori a spostare un po’ il mirino. “Gli indicatori economici mostrano un graduale rafforzamento, specialmente nel Nord America, che si è riflesso nell’allocazione geografica del fondo”, spiega Yoann Ignatiew gestore, insieme a Xavier de Laforcade, di  R Valor di Rothschild & Cie Gestion (Morningstar rating 5 stelle. Il fondo, un flessibile, nell’ultima edizione dei Morningstar award ha vinto nella categoria bilanciati euro). “Tuttavia, il peso dei nostri investimenti negli Usa è stato progressivamente ridotto negli ultimi anni per aumentare l’esposizione al Canada”.

L’economia canadese, secondo il fund manager, beneficia di due fattori principali: la crescente competitività delle sue industrie (con una valuta favorevole rispetto al dollaro statunitense) e l’accellerazione potenziale del recupero nei prezzi delle materie prime. “Questo trend dinamico ha beneficiato gli investimenti del fondo sui settori dei trasporti, delle commodity e industriali. Un chiaro esempio è dato dal contributo alla performance fornito da Teck Resources. I principali cambiamenti alla nostra allocazione canadese includono investimenti in Magna International che fornisce attrezzature per automobili e il rafforzamento delle posizioni sui trasporti ferroviari con Canadian Pacific”.

Per quanto riguarda gli emergenti il loro futuro è legato ai prezzi delle commodity e risentono negativamente del rallentamento nelle esportazioni industriali. “Nonostante ciò, ad esempio, le autorità cinesi continuano a supportare la crescita economica e lo sviluppo stimolando i consumi domestici”, dice Ignatiew. “Crediamo ancora che ciò sia positivo per i settori tecnologico, di Internet, dei beni di consumo e assicurativo”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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