Buoni e bravi: sono i gestori con il massimo di Morningstar Sustainability rating e un giudizio qualitativo Gold o Silver. Otto sono disponibili anche in Italia, nessuno con esplicito mandato socialmente responsabile (SRI).
Il Morningstar Sustainability rating, infatti, viene attribuito a tutti i fondi (non solo a quelli SRI) e misura come si comportano dal punto di vista ambientale, sociale e di governance (ESG). La valutazione è basata sui giudizi dati alle singole società da Sustainalytics e viene attribuita se c’è una copertura del portafoglio almeno del 50% (Per approfondimenti, clicca qui).
Analisti ESG
Tra gli otto comparti, quello con il più alto punteggio di sostenibilità di portafoglio (Portfolio Sustainability score) è Comgest growth Europe (60,48 punti), che ha anche un Analyst rating pari a Gold (report di Mathieu Caquineau del 21 luglio 2016). Il giudizio nasce da un’elevata qualità dei titoli in portafoglio in termini di attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance. L’inserimento nel team di gestione di un professionista dedicato a valutare specificatamene questi aspetti fa sì che la selezione delle società avvenga sulla base di criteri non solo finanziari. Nel lungo periodo, il fondo ha ottenuto eccellenti risultati rispetto alla categoria Azionari Europa large cap growth, mantenendo sotto controllo la volatilità.
Il peso delle controversie
Al secondo posto, si colloca Henderson Gartmore Continental Europe con un Sustainability score di 59,67, che si caratterizza per un punteggio ESG di portafoglio più elevato rispetto al comparto di Comgest, ma ha anche un indice delle controversie superiore (dal momento che quest’ultimo è dedotto dall’ESG score per determinare il punteggio di sostenibilità, penalizza il risultato finale). Sul fondo, gli analisti di Morningstar hanno un giudizio pari a Silver (report di Peter Brunt del 18 novembre 2016), che non è stato modificato in seguito all’annuncio delle nozze tra Henderson e Janus, in quanto non si attendono significativi cambiamenti nella gestione.
Emergenti virtuosi
Al terzo e quarto posto, con un punteggio intorno ai 51 punti si collocano Stewart Investors Global emerging markets e Asia Pacific Leaders, entrambi con Analyst rating Silver (report di Simon Dorricott dell’8 febbraio 2017). I due comparti si caratterizzano per un indice delle controversie particolarmente basso se confrontato con le rispettive categorie di appartenenza (azionari Paesi emergenti e Asia-Pacifico ex Giappone).
Si posiziona appena sotto i 50 punti di Sustainability score, Aberdeen Global emerging markets equity, a cui Morningstar assegna la medaglia d’argento (report di Mark Laidlaw del 26 dicembre 2016). Il fondo presenta un punteggio ESG pari a 54,36 a fronte di un indice delle controversie in linea con la categoria azionaria Paesi emergenti.
Focus sulla governance
Nonostante le aziende cinesi non brillino sul fronte dell’attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance, il comparto First State Greater China growth è riuscito a conquistare cinque globi, combinando un ESG score di 47,39 punti con un indice di controversie basso (1,1). Il gestore, Martin Lau, e il suo team, tutti con una lunga esperienza sui mercati asiatici, utilizzano tra i criteri di selezione dei titoli anche quello della qualità del management. Guardano, quindi, al track record, alle pratiche di governo societario e all’integrità dei vertici aziendali.
Universo America
Infine, tra i migliori fondi sostenibili e con Analyst rating elevato, ci sono due azionari Usa: Legg Mason CB US Aggressive growth e Parvest equity Usa mid cap. Il primo ha un punteggio ESG del portafoglio di 51,1, che lo pone nella media della sua categoria e un indice delle controversie di 4,47, migliore rispetto ai concorrenti. Il secondo ha un Sustainability score appena sotto i 45 punti, grazie soprattutto alla presenza in portafoglio di aziende con un elevato giudizio relativo ai fattori ambientali sociali e di governance. Sul fronte delle controversie, invece, ha ampi spazi di miglioramento.
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