La fotografia mensile dell’industria dei fondi indicizzati (quotati e non) riserva sempre qualche sorpresa e conferma ancora una volta la volatilità dei listini. Questi strumenti, infatti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.
Secondo i dati Morningstar, in aprile, tra il miglior fondo passivo (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono oltre 24 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short).
Il mondo degli Etp
Nel mondo dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded products (Etp), il primo e il quarto posto della classifica dei replicanti che hanno reso di più il mese scorso vedono prodotti esposti al settore del bestiame, più precisamente all’allevamento dei bovini.
La Top 5 di aprile vede poi tre fondi dedicati a due mercati emergenti come la Polonia e la Turchia. Nonostante le denunce di brogli delle opposizioni e la preoccupazione di molti osservatori internazionali, la reazione del mercato valutario all’esito del voto referendario che il 16 aprile scorso ha visto la vittoria sul filo di lana del “Sì” (col 51,3%), che aumenta considerabilmente i poteri dell’attuale presidente turco Recep Tayyip Erdogan, è stata chiara: la lira turca è arrivata a rivalutarsi di oltre cinque punti percentuali contro il dollaro, in area 3,53. La divisa era reduce da un lungo periodo di debolezza.
Il mercato ha quindi accolto positivamente il risultato, dato che la grande incertezza legata a una possibile vittoria del “No” è stata scongiurata. Tuttavia, il rally potrebbe durare ben poco, almeno secondo gli analisti di Commerzbank: “Questi movimenti difficilmente durano a lungo, i mercati probabilmente torneranno a prendere in considerazione le maggiori sfide politiche della Turchia che riguardano le relazioni con Usa, Russia ed Europa, insieme alla questione curda”, si legge in una nota pubblicata dalla banca tedesca.
Nella Flop 5 del mese, invece, particolarmente male la performance di una commodity agricola come il cacao, per sua natura molto volatile, oltre a un fondo esposto al settore dell’estrazione dell’oro, a due strumenti petroliferi e un metallo industriale (nickel).
Il mondo dei fondi indicizzati
Per quanto riguarda i fondi passivi non quotati (senza quindi la componente di trading intra-day), il mercato azionario europeo continentale ha segnato le migliori performance del mese. Troviamo infatti due index fund esposti alle azioni a grande capitalizzazione dell’Eurozona e tre fondi che replicano il più ampio mercato europeo, con l’esclusione del Regno Unito.
Il Fondo monetario internazionale ha alzato le previsioni di crescita dell’area euro per il 2017 all’1,7%, contro l'1,6% di gennaio. “Le previsioni post-Brexit, a luglio dell’anno scorso, erano dell’1,4%”, ricorda Robert Johnson, responsabile della ricerca economica di Morningstar. “Per un’area che ha registrato una crescita molto lenta negli ultimi anni, che è stata colpita dal terrorismo, dal voto sulla Brexit e da risultati elettorali sorprendenti, il cambiamento è notevole. Sulla base dei risultati del primo trimestre e dagli ultimi dati sul settore manifatturiero, riteniamo che l’Fmi sia ancora troppo prudente sull’Europa”, conclude Johnson.
Male invece il mercato azionario canadese e i panieri diversificati di materie prime.
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