Warren Buffett, una volta disse: “L’oro viene recuperato scavando nel terreno in Africa o da qualche altra parte. Poi noi lo fondiamo assieme, scaviamo un altro buco, lo seppelliamo di nuovo e paghiamo delle persone per stare lì di guardia. Non ha alcuna utilità. Chiunque, guardandoci da Marte, si gratterebbe la testa”. Tuttavia, mentre i marziani si grattano la testa, molti investitori lo comprano.
L’oro è tradizionalmente visto come una riserva di valore in tempi di gravi perturbazioni economiche, una specie di polizza assicurativa contro l’Armageddon finanziario. In particolare, il metallo giallo ha in passato dimostrato di essere un’efficace copertura contro l'inflazione che, assieme alla sua bassa correlazione con la maggior parte delle classi di attivo, ne può fare un investimento utile per una piccola parte del portafoglio.
Secondo lo studio Global Demand Trend redatto dal World Gold Council, solo il 7,5% della domanda aurifera registrata nel 2016 si è presentata sotto forma di usi pratici, come ad esempio in odontoiatria ed elettronica. La maggior parte della richiesta d’oro (circa il 47%) è arrivata invece dal settore della gioielleria, con l’India e la Cina in testa tra i più importanti consumatori degli ultimi anni. Il 36% dell’appetito globale per il metallo giallo segnato l’anno passato è attribuibile invece agli investitori. La domanda d’investimenti per l’oro è salita molto negli ultimi anni, spinta dalla volatilità dei mercati e dal fatto che il metallo più prezioso al mondo è stato reso sempre più accessibile grazie al lavoro degli emittenti di Exchange traded product (Etp).
Di seguito, la raccolta netta degli Etp auriferi a livello mondiale segnata l’anno scorso, mese dopo mese.
Se il ritorno della propensione al rischio dei mercati a novembre e dicembre è coinciso con disinvestimenti nell’oro, nel 2017 gli investitori hanno ricominciato a puntare in modo consistente su questa materia prima. Secondo i dati Morningstar, i replicanti sulle commodity hanno ottenuto flussi netti per 4,9 miliardi di euro nel trimestre in Europa, contro i 900 milioni di deflussi netti del periodo precedente. La gran parte della liquidità si è diretta verso quelli con sottostante l’oro. Clicca qui per approfondire.
Nessuna certezza
Il prezzo dell’oro fisico è passato infatti da 1.128 dollari all’oncia al 21 dicembre 2016 (il minimo toccato da un anno a questa parte) ai 1.255 dollari del 2 maggio 2017. Da inizio anno, invece, il lingotto ha guadagnato oltre il 5% (prendendo come riferimento l’indice DJ Commodity Gold TR).
Evoluzione dell’indice DJ Commodity Gold TR dall’inizio dell’anno
Dati in euro al primo maggio 2017
Fonte: Morningstar Direct
“L’andamento dell’oro è fortemente dipendente dalla percezione del rischio dei mercati e basterebbe veramente poco per portare le quotazioni oltre i 1.300 dollari, come peraltro una diminuzione delle incertezze potrebbe far scivolare nuovamente i prezzi verso i 1.200 dollari”, commenta Maurizio Mazziero, fondatore della Mazziero Research ed esperto di materie prime.
“Rischi geopolitici (Siria e Corea), incertezze elettorali in Europa (archiviata la Francia, a breve sarà il turno del Regno Unito e in autunno seguirà la Germania), aumento dei tassi o dell’inflazione, discesa delle borse o indebolimento del dollaro potrebbero giocare a favore di un apprezzamento dell’oro”, prosegue Mazziero. “Per contro una crescita dell’economia, accompagnate da un apprezzamento delle Borse e del dollaro potrebbero portare in secondo piano l’investimento in oro, con una conseguente debolezza nei prezzi”.
L’offerta europea
Per gli investitori del Vecchio continente, sono disponibili 18 Etp che offrono un’esposizione all’oro fisico, di cui sette quotati anche su Borsa Italiana (il sottostante sono i lingotti custoditi nelle banche, questi strumenti non si basano sui contratti future). Sono stati esclusi i fondi che si proteggono dal rischio di cambio; essendo la quotazione aurifera espressa in dollari, come per tutte le commodity, questo significa che i prodotti nella tabella seguente sono in parte esposti ai movimenti del biglietto verde.
Tra quelli disponibili anche a Piazza Affari, ce ne sono attualmente quattro coperti dalla ricerca di Morningstar: il Gold Bullion Securities ETC (EUR), il Source Physical Gold P-ETC (EUR), il db Physical Gold ETC (EUR) e l’ETFS Physical Gold (EUR).
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.