Il ciclo dei value è al capolinea? Forse si, ma ci sono ancora stock che possono competere con le azioni growth. I due segmenti hanno avuto solitamente rendimenti comparabili su orizzonti temporali di lungo periodo, ma negli ultimi 10 anni il confronto è impietoso. I large-growth, ad esempio, hanno sovraperformato i large-value di oltre 100 punti percentuali (+10% solo da inizio anno) facendo salire i corsi azionari a livelli però troppo elevati. Dall’altra parte, invece, ci sono ancora titoli value che possono assicurare, oltre a una maggior solidità del business, anche generosi guadagni in conto capitale.
Wells Fargo guida i bancari
Wells Fargo, ad esempio, promette di crescere a un tasso medio del 4% nei prossimi cinque anni e al momento è scontata del 20% rispetto al fair value che è pari a 66 dollari (report aggiornato il 19 aprile 2017). La banca americana ha uno dei modelli di business più solidi all’interno del comparto finanziario: grazie ad una presenza capillare sul territorio e all’ampia offerta di servizi riesce ad attrarre e a fidelizzare un volume elevato di clienti e dunque a finanziare attraverso i depositi una fetta consistente degli attivi.
Cosa che le garantisce un vantaggio di costo rispetto ai competitor e le permette di realizzare rendimenti del capitale superiori alla media (Economic moat). “Per i prossimi cinque anni ci aspettiamo che il progressivo aumento dei tassi di interesse e l’espansione dei suoi asset trainino la crescita del fatturato. Questo, insieme a un’attenta politica di razionalizzazione dei costi, dovrebbe spingere gli utili netti a un ritmo del 10%”, dice Jim Sinegal analista azionario di Morningstar.
Valore nell'energy
Anche nel comparto energia ci sono titoli value con alte prospettive di crescita e Energy Transfer Partners è uno di questi. Fresca di fusione con Sunoco Logistics, il gruppo americano attivo nel segmento mid-stream (trasporto e stoccaggio di greggio e gas naturale) può vantare ora un maggior grado di diversificazione del suo portafoglio attività oltre che dell’esposizione geografica e alle diverse commodity.
“Questa operazione aiuterà il gruppo a spingere il fatturato a un ritmo del 18% nei prossimi cinque anni e a migliorare il livello di profittabilità della gestione”, dice John Buethe analista azionario di Morningstar. “Il mercato sottovaluta i benefici di questa M&A e sconta il titolo del 25% rispetto al fair value che è pari a 30,5 dollari (report aggiornato al due maggio 2017)”.
Crescita in doppia cifra per VF
Crescita in doppia cifra degli utili anche per VF, società leader nell’industria dell’abbigliamento grazie ad un portafoglio di brand di alto valore come come Lee, Wrangles, Vans, The North Face e Timberland. “Il gruppo americano è molto ben posizionato in uno dei segmenti più promettenti come quello dell’actionwear (ad esempio l’abbigliamento da montagna), che sempre più spesso sostituisce tra i giovani quello casual, e grazie all’espansione internazionale dei suoi marchi, all’aumento della quota di fatturato prodotto dall’e-commerce e alla razionalizzazione delle sue forniture, promette nei prossimi cinque anni di progredire sia nei ricavi che negli utili a un ritmo medio rispettivamente del 4% e del 10%”, dice Bridget Weishaar di Morningstar.
“Il mercato ha scontato oltremodo il debole andamento del segmento retail americano e ora il titolo è scambiato a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,82 (report aggiornato all’uno maggio 2017)”.
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