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DISTORSIONI COGNITIVE 2 - L’“endowment effect”, cioè valutare troppo ciò che si possiede in portafoglio, ci fa perdere opportunità di vendita.

Valerio Baselli 24/05/2017 | 09:45
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Valerio Baselli: Dopo aver parlato della loss aversion, la paura di perdere, oggi trattiamo un’altra distorsione cognitiva piuttosto diffusa: l’endowment effect, traducibile come effetto di dotazione, è concetto riconducibile alla più ampia teoria del mental accounting, sviluppata nel 1980 dall’economista statunitense Richard Thaler, che ipotizza che le scelte economiche delle persone sono mediate da un vero e proprio sistema di contabilità mentale, che non è neutrale e produce comportamenti non del tutto coerenti col modello microeconomico neoclassico standard, basato sulla perfetta razionalità degli agenti.

In pratica, l’effetto di dotazione consiste nella discrepanza, osservata sia in numerosi esperimenti teorici che nella realtà empirica, tra la valutazione che si dà ad un bene nel caso in cui lo si possieda e la valutazione che si dà dello stesso bene nel caso in cui non lo si possieda. In particolare, i ricercatori hanno notato che si tende a valutare di più un bene che già si possiede, ovvero che fa parte della nostra dotazione: ciò risulta in una attività dei mercati ridotta.

L’esempio classico che si cita per spiegare meglio il concetto è quello della tazza da caffè, che prende spunto da un esperimento in cui a metà dei soggetti di un gruppo fu data una tazza. Poi a coloro che avevano la tazza è stato chiesto il prezzo al quale desideravano vendere e a coloro ai quali non era stata data la tazza è stato chiesto a quale prezzo volevano fare un’offerta. La teoria utilitaristica prevede che entrambi i prezzi debbano essere all’incirca uguali, ma in realtà il prezzo di vendita medio si è rivelato circa il doppio del prezzo medio di offerta.

L’endowment effect ha delle implicazioni immediate per gli investitori. In pratica, se il mercato ci dice che l’azione, il fondo o il bond che abbiamo in portafoglio vale 10 euro, noi pensiamo istintivamente che sia sottovalutato, prima di effettuare qualsiasi analisi. Quindi, l’unico modo per superare questo scoglio è analizzare oggettivamente ciò che possediamo e ogni possibile alternativa.

Clicca qui per guardare il video sulla “loss aversion”

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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