VIDEO: Perché gli Etf azionari emergenti ESG fanno fatica?

I replicanti socialmente responsabili dedicati ai paesi in via di sviluppo hanno sottoperformato i loro cugini tradizionali. Il motivo sta nell’allocazione geografica.

Emma Wall 29/05/2017 | 17:40
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Emma Wall: Buongiorno e benvenuti. Sono Emma Wall e oggi mi trovo in compagnia di Monika Dutt, analista fondi passivi di Morningstar. Buongiorno Monika.

Monika Dutt: Buongiorno.

Wall: Molta gente crede, probabilmente sbagliando, che quando si crea un portafoglio si deve scegliere tra rendimenti e sostenibilità, perché non è possibile avere entrambi. Cosa dice l’evidenza empirica nella tua area di specialità, che sono i mercati emergenti?

Dutt: Gli Etf socialmente responsabili sui mercati emergenti, conosciuti anche come fondi Sri, sono stati lanciati nel corso degli ultimi due anni. Quindi, non abbiamo uno storico significativo. Quello che però possiamo dire è che queste strategie passive replicano un indice che prende posizioni attive molto importanti nella scelta e nei pesi dei mercati, il che porta ad allocazioni lontane dall’Msci Emerging Markets tradizionale, ponderato per la capitalizzazione di mercato.

È probabile che questa allocazione geografica contribuirà alla performance in futuro. E si tratta di differenze importanti. Quindi, ad esempio, la Cina, la differenza più grande, rappresenta il 26% dell'indice Msci Emerging Markets, mentre pesa solo il 3-4% negli Etf emergenti socialmente responsabili. Ora, che questo abbia giocato a loro favore è ovviamente discutibile, perché la Cina è la seconda economia più grande del mondo e la maggior parte degli investitori con portafogli globali potrebbero voler dedicare di più verso la Cina.

Wall: Dici che abbiamo dati solo sull’ultimo anno più o meno, ma basandosi su questo quale tra i due gruppi ha reso di più? I normali Etf azionari emergenti o questi Etf Sri?

Dutt: I primi, i fondi che replicano l’Msci Emerging Markets, perché esaminando alcune altre ponderazioni, ad esempio, il Sudafrica è in sovrappeso. Il Sudafrica ottiene ottimi risultati da un punto di vista ESG, ma la valuta si è deprezzata del 20-30% negli ultimi tre anni a causa della crisi delle materie prime. Nello stesso tempo, invece, la moneta cinese ha seguito le fluttuazioni del tasso di cambio con il dollaro.

Wall: Dando invece un'occhiata alle società sottostanti, lasciando da parte i pesi settoriali, che sono scaturiti dagli schemi Sri, come si sono comportate le aziende più sostenibili? Le imprese sottostanti, almeno, hanno ottenuto rendimenti positivi?

Dutt: Sì. Quando esaminiamo i portafogli, la selezione delle aziende è stata positiva e ha funzionato bene. Sono state soprattutto le allocazioni geografiche che non hanno giocato a favore di questi strumenti.

Wall: Come hai accennato, questi Etf sono strumenti nuovi. Credi che in futuro questa ripartizione dei paesi si modificherà, se, come si spera, un numero sempre maggiore di aziende dei mercati emergenti attribuiranno priorità ai criteri ESG?

Dutt: Assolutamente. Questo è lo scopo dell’investimento ESG: che possa premiare le aziende sostenibili e che possa alzare il livello di tutta l’industria.

Wall: Ma nel frattempo, gli investitori dovrebbero prestare attenzione e sapere esattamente quello che comprano quando acquistano uno di questi Etf, soprattutto in termini di allocazione paese?

Dutt: Esatto. Devono fare un compromesso tra la loro allocazione cinese e i loro schemi ESG.

Wall: Monika, grazie.

Dutt: Grazie.

Wall: Per Morningstar, Emma Wall, grazie per l’attenzione.

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Emma Wall  è Editor di Morningstar.co.uk

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