Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono in compagnia di Massimo Scolari, presidente di Ascosim, l’associazione delle società di consulenza finanziaria. Buongiorno dott. Scolari e grazie.
Massimo Scolari: Buongiorno a voi.
Baselli: Dunque, l’entrata in vigore di MiFID II si avvicina, mancano circa sei mesi. A che punto siamo, come reputa il grado di preparazione delle reti di consulenti italiani?
Scolari: La MiFID II è stata approvata nel maggio del 2014, quindi sono già passati tre anni. Ci sono stati tre anni di tempo per decidere quale tipo di servizio di consulenza offrire. Nel mese di febbraio, al convegno dell’Anasf, le principali reti di ex-promotori, oggi consulenti finanziari, hanno dichiarato di non voler adottare il modello di consulenza indipendente, in quanto non interessava, secondo loro, ai clienti. Nel mese di maggio, al convegno di Assoreti, hanno invece dichiarato di voler adottare un modello che viene definito “independent like”, che sarebbe da quello che ho capito un modello non indipendente, però anche un po’ indipendente.
Quindi, mi sembra che ci sia un po’ di confusione, ma sono certo che nei prossimi mesi le banche e le reti dovranno forzatamente decidere quale modello di consulenza offriranno ai propri clienti da gennaio dell’anno prossimo.
Baselli: La nuova direttiva europea introdurrà novità in diversi campi: dalla trasparenza dei costi, alla governance di prodotto, alla gestione del rischio. Se dovesse scegliere il pregio e il difetto principale della MiFID II quali sarebbero? E perché?
Scolari: Non è facile perché la MiFID II innova la regolamentazione dei servizi finanziari in molti punti. Un punto che a me sembra particolarmente caratteristico è il fatto di aver adottato una regolamentazione che consente di scegliere liberamente la modalità del servizio di consulenza. Quindi lascia al cliente la scelta e quindi anche la responsabilità. Questo secondo me è il punto più importante.
Dal punto di vista dei difetti, naturalmente poi si dovrà vedere l’applicazione, ma una cosa che poteva essere fatta meglio riguarda il tema della “product intervention”.
Baselli: Ecco lei ha ricordato se vogliamo l’ambiguità delle reti di ex-promotori riguardo l’attività di consulenza indipendente. Come cambia in concreto l’attività dei consulenti finanziari indipendenti con l’entrata in vigore della MiFID II? E quali sono le opportunità che non bisogna farsi scappare?
Scolari: Per i consulenti fee-only se vogliamo la MiFID II non è un grandissimo cambiamento perché svolgono già un’attività di consulenza su base indipendente. Quindi senza alcun tipo di retrocessione, quindi hanno già adottato questo modello, sia i consulenti indipendenti, sia alcuni intermediari, come alcune Sim, alcune banche.
Certamente, il fatto che la MiFID II introduca legalmente la consulenza su base indipendente, quindi non più su scelta volontaria, ma come caratteristica anche normativa, la porterà probabilmente a essere più diffusa sul mercato; non dimentichiamoci che la maggior trasparenza dei costi farà emergere i costi impliciti che i clienti già pagano per la consulenza, quindi potranno confrontare i diversi servizi e per i consulenti indipendenti è un’ottima opportunità.
Baselli: Per chiudere, come vede il futuro della consulenza finanziaria indipendente in Italia?
Scolari: Da un lato si deve guardare anche all’estero, verso le realtà più avanzate, come i paesi anglosassoni, dove effettivamente si stanno verificando dei grandi cambiamenti nella consulenza finanziaria. Penso che nessuno debba rimanere indietro e che tutti, gli intermediari, i consulenti ex-promotori e i consulenti indipendenti, devono puntare alla qualità del servizio, indipendentemente dalla maglia che indossano, devono avere capacità e competenze sempre più elevate.
Baselli: Grazie ancora a Massimo Scolari.
Scolari: Grazie a voi.
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