Ultime occasioni per mettere le banche Usa in portafoglio. Il passivo di circa il 9% accumulato da inizio anno non è bastato a ridurre in maniera significativa le valutazioni di mercato dei titoli del comparto che continuano a muoversi attorno a un rapporto Prezzo/Fair value di 1,10.
Inoltre, la promozione di tutti e 34 gli istituti di credito sottoposti agli stress test della Federal Reserve certifica il loro buono stato di salute e dà il via libera alla loro richiesta di distribuzione di dividendi.L’accoppiata di solidi fondamentali e crescita delle cedole promette di spingere gli acquisti sul settore ed è per questo che gli investitori intenzionati a posizionarsi sui bancari Usa devono fare in fretta.
Wells Fargo, banca a basso costo
Nonostante abbia perso circa il 5% nelle ultime quattro settimane di contrattazioni, Wells Fargo (WFC) continua a essere scambiata a un tasso di sconto del 20% rispetto al fair value che è pari a 67 dollari (report aggiornato al 29 giugno 2017). WFC è prima nella raccolta di depositi bancari e leader anche nel mercato dei prestiti ipotecari e questo le permette di finanziare le sue attività a costi di circa il 40% più bassi rispetto alla media delle banche nord americane e di realizzare elevate economie di scala. Inoltre, grazie alla presenza capillare sul territorio e all’ampio portafoglio di servizi (come asset management, carte di pagamento, soluzioni pensionistiche) riesce a mantenere un alto tasso di fidelizzazione della clientela.
“Nei prossimi anni ci aspettiamo che l’azienda sia in grado di aumentare i ricavi, anche grazie al trend favorevole dei tassi di interesse e alla crescita degli asset, e di migliorare i margini di profitto in seguito alla deregolamentazione del settore da parte del legislatore americano e all’opera di razionalizzazione dei costi operativi da parte del management”, dice Michael Wong analista azionario di Morningstar. “Wells Fargo è inoltre una macchina da dividendo. Dal 2009 ha sempre aumentato l’ammontare della cedola e quest’anno, con l’ok della Fed a distribuire il 100% degli utili, potrebbe essere ancora più generosa”.
New York Community Bancorp leader nel multifamily
Discorso analogo vale per New York Community Bancorp (NYCB), che ha sempre staccato dividendo negli ultimi otto anni e che negli ultimi cinque ha garantito uno yield medio di circa il 6%. La banca statunitense ha un modello di business tradizionale che mette al centro della sua attività i prodotti e servizi destinati alla clientela retail e che le permette di finanziarsi a costi molto bassi. La leadership indiscussa nel segmento dei prestiti “multifamily” (concessi tipicamente alle imprese edili) le garantisce una forte fidelizzazione della clientela e la possibilità di realizzare elevate economie di scala. L’approccio utilizzato dalla banca nella concessione del credito è da sempre improntato a una grande prudenza e questo spiega la qualità dei suoi asset e la bassa incidenza delle perdite.
Nei prossimi cinque anni gli analisti si aspettano un progresso medio del fatturato del 5,5%, grazie all’effetto congiunto della crescita dei prestiti, dei depositi e dei tassi di interesse, e stimano un fair value pari a 16,5 dollari (report aggiornato al nove giugno 2017).
Il segreto di Signature è New York
Signature Bank (SBNY) è stata avara nella distribuzione degli utili, ma dalla sua ha un solido modello di business e un buon margine di apprezzamento. SBNY ha una struttura di banca tradizionale ed è focalizzata sul territorio dello Stato di New York. Questo le permette di avere una presenza capillare e una posizione di primo piano nel segmento dei prestiti multifamily che, considerata la grossa dinamicità del mercato immobiliare newyorkese, si rivela essere molto redditizio.
La combinazione di questi elementi le garantisce una posizione di vantaggio rispetto ai competitor e margini di profitto superiori alla media. Signature Bank ha visto costantemente aumentare i suoi depositi negli ultimi 15 anni e gli analisti si aspettano che questo trend prosegua anche in futuro. Un altro importante driver di crescita sarà quello delle acquisizioni, che però non dovrebbero intaccare i margini di profitto data l’elevata efficienza operativa della banca. Gli analisti stimano un fair value pari a 166 dollari (report aggiornato al nove giugno) che vale a Signature Bank un Morningstar rating di quattro stelle.
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