VIDEO: Green bond più forti di Trump

Il mercato delle obbligazioni verdi potrebbe arrivare a 120 miliardi di dollari quest’anno, il triplo rispetto al 2015. Secondo Arianna Lovera (Forum per la finanza sostenibile), il problema è la mancanza di standard comuni a tutti gli emittenti.

Valerio Baselli 05/07/2017 | 00:07
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Oggi mi trovo in compagnia di Arianna Lovera, Responsabile Programmi e Ricerca del Forum per la Finanza sostenibile, con la quale parleremo di green bond. Buongiorno Arianna e grazie.

Arianna Lovera: Grazie a te Valerio.

Baselli: Dunque, iniziamo dalle basi: cos’è, in breve, un green bond?

Lovera: Un green bond è un titolo obbligazionario associato al finanziamento di progetti con ricadute positive per l’ambiente. Tipicamente, in settori quali energie rinnovabili, gestione sostenibile dei rifiuti e delle risorse idriche, tutela della biodiversità ed efficientamento energetico.

Baselli: Le obbligazioni verdi cominciano ad avere una storia importante, visto che festeggiano quest’anno il loro decimo compleanno, essendo nate nel 2007. A quanto ammonta a oggi il mercato dei green bond e quali sono le prospettive di crescita?

Lovera: Secondo i dati della Climate Bond Initiative, nel 2016 ci sono state emissioni di green bond per un valore complessivo di circa 81 miliardi di dollari, il doppio rispetto al dato del 2015. Secondo alcune stime, nel 2017 si dovrebbe raggiungere la quota di 120 miliardi di dollari di emissione di obbligazioni verdi.

In questo contesto, una categoria interessante di green bond è quella emessa a livello locale, municipale o regionale. In Europa, uno dei paesi più attivi è la Svezia. Purtroppo in Italia ancora non ci sono molti esempi di green bond, però come Forum abbiamo avviato un gruppo di lavoro in collaborazione con Ifel, Anci Lombardia, Anci Piemonte e lo Iefe della Bocconi, con la speranza che si possa sviluppare questo mercato anche in Italia.

Baselli: Quanto la situazione macroeconomica può influenzare questo mercato? Penso ad esempio alla decisione degli Usa di uscire dall’accordo di Parigi. Un fatto del genere potrebbe frenare le emissioni verdi oppure paradossalmente spingerle?

Lovera: Dai dati che abbiamo, la crescita dei green bond non è stata assolutamente frenata dalle decisioni di Trump. Un esempio per tutti, l’emissione del secondo green bond della Apple, in seguito all’annuncio di Trump sull’uscita dall’accordo di Parigi; e poi gli altri paesi stanno andando avanti sulla linea tracciata della riduzione delle emissioni. Dal nostro punto di vista, Trump non frenerà il mercato dei green bond.

Baselli: Per chiudere, abbiamo detto che il mercato italiano è forse un passo indietro rispetto alla media europea. Ciò nonostante ci sono dei segnali positivi, penso alla recente emissione di Banca Intesa, o alle emissioni di Enel. Ecco, quali sono le caratteristiche che si dovrebbero prendere in considerazione prima di investire in questi strumenti?

Lovera: Sì, insieme a queste notizie positive, il dato critico è la mancanza di standardizzazione. Ci sono delle linee guida, che sono i Green Bond Principles, i quali invitano gli emittenti alla trasparenza, alla precisione, alla rendicontazione dei dati sui progetti finanziati. Tuttavia, sono principi che vengono adottati su base volontaria. Quindi, un investitore deve prestare particolare attenzione all’adesione degli emittenti a questi principi e al rispetto degli stessi. 

Baselli: Perfetto, grazie mille ad Arianna Lovera.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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