Si può investire sui mercati emergenti anche senza passare per il settore beni di consumo. La strategia di puntare sulle società con alta esposizione ai paesi in via di sviluppo viene utilizzata per aumentare il grado di diversificazione del portafoglio senza farsi carico del rischio legato all’instabilità politica ed economica di queste regioni. Ma, a fronte dei vantaggi, tale politica presenta anche alcune debolezze: espone il risparmiatore alla fluttuazione dei tassi di cambio e rischia di sovrappesare il comparto consumer.
Il megatrend che si vuole cavalcare attraverso questa scelta è quello legato alla crescita del reddito medio pro capite dei paesi emergenti e dunque della capacità di spesa delle famiglie, ma è possibile sfruttare questa tendenza di lungo periodo posizionandosi anche su altri settori come quello healthcare, materie prime e telecom.
Sanofi per l’esposizione sul settore healthcare
Sanofi produce circa il 30% del suo giro d’affari complessivo nei paesi in via di sviluppo e grazie al suo forte posizionamento nei segmenti quali vaccini, farmaci da banco e cure per il diabete è in prima linea per beneficiare della crescita del reddito medio in queste regioni. Questo, infatti, permetterà alle famiglie di aumentare la spesa in salute, ma dall’altra parte modificherà il loro stile di vita avvicinandolo a quello Occidentale (vita sedentaria, fumo, eccessi nel consumo di zuccheri) e questo a sua volta comporterà l’aumento della domanda di farmaci per la cura di malattie come diabete, colesterolo e cancro.
Il gruppo francese gode di un forte posizionamento all’interno del settore per via di elevate economie di scala, un ampio portafoglio di brevetti e una rete di distribuzione molto estesa. L’azienda ha un fatturato di oltre 34 miliardi di euro e gli alti volumi di produzione le permettono di comprimere i costi fissi. Inoltre, grazie ai diritti di esclusiva sulla vendita dei suoi farmaci riesce a ricavare margini di profitto generosi e questo si traduce in rendimenti del capitale superiori alla media.
Sebbene anche Sanofi sia esposta al rischio legato alla maggior concorrenza da parte dei farmaci generici e alla scadenza dei brevetti, gli analisti di Morningstar sono convinti che il gruppo transalpino abbia le capacità di portare sul mercato nuovi prodotti e di continuare a macinare elevati flussi di cassa anche nei prossimi anni. Le previsioni per il prossimo quinquennio indicano un progresso medio dei ricavi del 4,6% e un margine Ebit stabilmente sopra il 20%, tuttavia il titolo continua ad essere scambiato a un tasso di sconto del 20% rispetto al fair value che è pari a 101 euro (report aggiornato al 22 giugno 2017).
IFF per posizionarsi sul settore materie prime
Nel settore materie prime l’americana International Flavors & Fragrances (IFF) garantisce una forte esposizione ai mercati emergenti, nei quali produce oltre il 50% del suo fatturato. L’azienda è il secondo produttore al mondo di fragranze e aromi per aziende attive nel campo della cosmesi e in quello alimentare con una quota di mercato del 16%, seconda solo a Givaudan.
Il Moat di IFF deriva dai cosiddetti costi di switch, cioè quelli che i suoi clienti dovrebbero sopportare per passare a un diverso fornitore. Per un’azienda che produce profumi, creme o alimenti, la spesa per la fornitura di aromi e fragranze rappresenta una parte insignificante del costo complessivo di produzione, ma gli ordini rispondono a delle specifiche precise e questo garantisce a IFF un forte potere contrattuale nei confronti dei suoi clienti.
Il fatturato del gruppo è visto in crescita a un ritmo del 4,4% nei prossimi cinque anni, spinto soprattutto dal progressivo aumento della domanda di cibo confezionato nei paesi emergenti causato dalla maggior urbanizzazione delle aree e dall’incremento della percentuale di donne lavoratrici. Sulla base di queste previsioni la stima del fair value è pari a 143 dollari (report pubblicato in data 10 maggio 2017), circa il 7% più alto delle attuali quotazioni di mercato.
Millicom International ha un’anima Sudamericana
Millicom International Cellular è invece completamente votata ai mercati emergenti. Il gruppo telefonico scandinavo ha adottato una strategia controcorrente e, diversamente da molti dei suoi competitor, ha deciso di focalizzare la sua attenzione sui paesi dell’America latina (dai quali ricava l’85% del giro d’affari) e dell’Africa (il 15% restante) riuscendo in questo modo ad operare senza la pressione della concorrenza e a realizzare elevate economie di scala.
“Nei prossimi anni ci aspettiamo che la maggior penetrazione del segmento mobile spinga il fatturato nei paesi africani, mentre in quelli latinoamericani la crescita del reddito medio e dell’accesso a Internet sosterrà la domanda di servizi a maggior valore aggiunto come quello dati, TV e banda larga”, dice Allan C. Nichols, analista azionario di Morningtar. “Le previsioni per i prossimi cinque anni indicano un progresso medio dei ricavi del 3,4%, ma il titolo è scambiato a un tasso di sconto del 30% rispetto al fair value di 720 corone svedesi”.
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