Le materie prime non sono per tutti

Nonostante la correzione, il settore ha valutazioni ancora troppo alte. Ma fra oro e sementi qualche occasione si può trovare. A patto di essere prudenti.

Marco Caprotti 25/07/2017 | 14:23
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Care, ma con qualche opportunità per chi sa muoversi con cautela. E’ questo, in estrema sintesi, il risultato dell’ultimo report settoriale di Morningstar dedicato alle valutazioni dei materiali di base. “A parte alcune eccezioni, continuiamo a considerare sopravvalutati sia i titoli minerari che le commodity di questo segmento”, spiega Daniel Rohr, responsabile Morningstar della ricerca sui Basic material. “E questo nonostante il rallentamento dei due comparti seguito a un inizio di anno fatto a passo di carica. L’attenzione del mercato si è spostata: prima c’era la spinta del programma di stimolo fiscale cinese e l’entusiasmo per le politiche del presidente Usa, Donald Trump; ora si fanno i conti con alcune difficoltà che la Casa Bianca sta incontrando anche in questo settore e con i minori investimenti nel Paese del Drago”.

Giù i ferrosi e il carbone
Il secondo trimestre del 2017 ha visto la correzione dei prezzi delle commodity minerarie. In particolare per il minerale di ferro (iron ore) che è passato da 85 dollari per tonnellata-metro del periodo gennaio-marzo a 54 dollari. “Se a questo aggiungiamo il prossimo arrivo di materiale a basso costo, la domanda anemica della Cina e le scorte ancora piene, in questo segmento sembra esserci un eccesso di offerta”, spiega Rohr. E’ andata un po’ meglio al carbone qualità coke, dopo che l’offerta australiana è stata tagliata a causa dei danni prodotti dal ciclone Debbi (a fine marzo) che ha fatto crescere i prezzi. “Le forniture però sono poi tornate a livello normale e ci aspettiamo che, nel lungo periodo, i prezzi si raffreddino ulteriormente”, dice l’analista di Morningstar.

Acciaio a rischio
L’acciaio, intanto, fa i conti con Trump. Le idee protezionistiche del presidente Usa, sottolineate anche dall’annuncio di un’indagine sulle elevate importazioni di materiale (che secondo la Casa bianca potrebbero minacciare la stabilità nazionale) hanno fatto da propellente alle azioni dei gruppi siderurgici Usa nella prima parte del 2017. “I deboli fondamentali del settore, tuttavia, secondo noi alla fine avranno la meglio: la sovra-produzione a livello mondiale e i minori investimenti nelle infrastrutture da parte della Cina faranno abbassare i prezzi”, dice Rohr. “In base a queste considerazioni i titoli dei gruppi siderurgici Usa che copriamo attualmente trattano a premio rispetto al fair value”.

Opportunità fra oro e semi
Dal punto di vista operativo qualche opportunità in più sembra offrirla l’oro anche se, secondo l’analista, va trattato con cautela. E’ vero che la richiesta degli investitori ha portato il prezzo da 1.200 a 1.300 dollari l’oncia. Ma c’è da considerare che la Federal Reserve ha iniziato ad alzare il costo del denaro. “Con un Treasury decennale che ha un rendimento del 2,2% e un’inflazione attesa dell’1,8% i tassi di interesse reale sono in territorio positivo”, spiega Rohr. “Ulteriori strette da parte delle Fed potrebbero far passare l’appetito per l’oro come protezione dalla crescita del costo della vita”. Uno spiraglio, tuttavia, c’è. “Nel lungo termine siamo ottimisti”, dice l’analista. “Ci aspettiamo una crescita della domanda da parte della Cina e dei gioiellieri indiani. Qualche opportunità di investimento potrebbero offrirla alcuni titoli minerari legati al metallo giallo”.

Un’area del mercato da tenere sotto osservazione è quella delle fusioni e acquisizioni, soprattutto dopo i deal che stanno avvicinando alcune società produttrici di semi a gruppi chimico-farmaceutici. “La fusione fra Dow Chemical e DuPont sembra più vicina, ora che sono stati chiariti alcuni nodi regolamentari con le autorità europee ed americane”, spiega Rohr. “Quando l’operazione andrà in porto probabilmente altre società si muoveranno nella stessa direzione. Va comunque tenuto conto che i deal saranno di dimensioni minori”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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