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La qualità in Usa la fanno i settori. Nel resto del mondo i titoli

Il Wide Moat Index dedicato agli Stati Uniti nel secondo trimestre ha fatto meglio dei suoi benchmark grazie a salute e tecnologia. A livello globale si sono comportate bene quasi tutte le azioni del paniere.

Marco Caprotti 01/08/2017 | 15:08
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America e resto del mondo non sono pari. Nemmeno quando si parla di vantaggio competitivo. Negli Usa, ad esempio, nel secondo trimestre dell’anno si è visto qualcosa di diverso nelle prestazioni del Morningstar Wide Moat Focus Index (dedicato ai titoli delle aziende yankee di maggiore qualità). Nel quarter l'indice ha superato di quasi 10 punti percentuali i suoi benchmark (Morningstar US Market e S&P500). Ma se prima a guidare le performance erano stati singoli stock, nel secondo trimestre di quest’anno a fare la differenza ci hanno pensato i settori che, secondo le analisi di Performance Attribution di Morningstar, hanno prodotto il 71% dei rendimenti. In gran parte, ciò è stato determinato dal sovrappeso che l’indice Wide Moat dà al settore healthcare e al sottopeso del comparto energetico.

 

Performance attribution US

Performance Attribution


Va detto che non tutti i titoli healthcare si sono comportati bene. Ma chi è andato male non è riuscito a frenare l’andamento del paniere, a cui ha dato una mano anche la performance del comparto tecnologico.  “La somma di questi elementi porta l’indice ad essere guidato più dai titoli growth che da quelli value”, spiega Andrew Lane, analista di Morningstar responsabile degli studi sull’Economic Moat.

 

Fuori dagli Usa
La storia è un po’ diversa per quanto riguarda il Morningstar Global ex-US Moat Focus Index (dedicato ai titoli delle aziende di qualità del resto del mondo). Il portafoglio si è mosso in linea con il suo benchmark (Morningstar Global Market ex-US Index) nel 2016 e all’inzio del 2017 per poi vedere un’accelerazione nel secondo quarter. Nel periodo l'indice ha superato il paniere di riferimento di 4,3 punti percentuali. In questo caso la selezione dei singoli titoli ha prodotto il 74% dei rendimenti e non c’è stato uno stock in particolare che ha trainato l’indice. “Il risultato è stato ottenuto con una discreta performance media della maggior parte delle azioni”, spiega Lane.

 

Indici a confronto
Confrontoindici

“Volendo andare nel dettaglio della selezione dei titoli e dei settori di cui fanno parte, viene fuori che alcuni fra i materiali di base e fra gli industriali si sono comportati meglio rispetto agli altri stock del paniere”, dice l’analista. “In entrambi i segmenti questo è stato il risultato di una buona selezione delle azioni, visto che il peso di questi due comparti è in linea con quello del benchmark. Il settore delle telecomunicazioni è stato quello che ha frenato di più: sia a causa della debolezza del comparto in generale, che di quella di alcuni titoli in particolare”. A livello geografico, rispetto al benchmark il paniere sovrappesa Singapore, Australia e Cina. I sottopesi maggiori riguardano Giappone, UK e Corea del Sud.

 

Grafico esposizione geografica dell’indice
Geografiaindice

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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