Le speculazioni sulle mosse delle Banche centrali non si fermano. I mercati obbligazionari sono ai valori massimi, in seguito ad anni di politica monetaria accomodante, e si è vista una crescita della volatilità dopo che i grandi istituti di politica monetaria - specialmente negli Stati Uniti, nel Regno Unito, nel Canada e in Europa – hanno fatto intendere che probabilmente stiamo tornando ad un ambiente di tasso di interesse più normale, anche se lentamente. Il sostegno delle Banca centrale che ha stimolato i mercati obbligazionari per molti anni, insomma, è a rischio e un cambiamento di politica potrebbe avere implicazioni significative per i mercati dei bond.
“Se i tassi di interesse aumentano, i prezzi delle obbligazioni scendono, quindi gli investitori hanno bisogno di capire a che velocità procederà il processo di normalizzazione e quali saranno i possibili scenari”, spiega Tanguy De Lauzon, responsabile dei mercati e dell’asset allocation di Morningstar Investment Management. “In pratica si tratta di capire il ruolo svolto dalle Banche centrali e in che modo influenzeranno i fondamentali dell'investimento. A questo proposito bisogna considerare che l'attività della Banche centrali è già considerata nei calcoli degli investitori, per cui diventa difficile sfruttare delle inefficienze”.
Giocare d’anticipo?
Chiunque cerchi di anticipare le mosse di politica monetaria deve avere accesso a informazioni che altri non hanno e questo è praticamente impossibile, a meno di non voler violare la legge. “Fare delle previsioni, invece, è un azzardo”, dice De Lauzon. Lo si è visto di recente quando molti nella comunità degli investitori non hanno previsto il rapido cambiamento di tono di Mark Carney della Banca d'Inghilterra, di Mario Draghi della Banca centrale europea e, in misura minore, da Janet Yellen della Federal Reserve.
Naturalmente, ci sono ragioni valide dietro il desiderio di studiare le mosse delle Banche centrali. Il timing e la grandezza di ogni potenziale mossa potrebbero far riposizionare i mercati. “Per esempio, il taper tantrum del 2013 ha cambiato materialmente i valori degli asset”, dice l’esperto di MIM. “Troppo e troppo presto potrebbe mettere uno stress eccessivo sui mercati. Poco e troppo tardi, invece, non eliminerebbe il rischio della bolla speculativa che stiamo vedendo formarsi”.
Ci sono poi altre importanti questioni in gioco e che possono rivelarsi altrettanto influenti nel lungo termine. Con i tassi ai minimi, i governi di tutto il mondo sono stati incentivati ad aumentare la durata delle loro emissioni di debito. Mentre la maturità media di un prestito era di 7,9 anni nel 2007, la maturity media è ora più vicina a 9,5 anni per l'indice globale Morningstar dei titoli di stato. Questo potrebbe non sembrare molto, ma aumenta la sensibilità ai tassi di interesse e potrebbe rivelarsi molto problematico se i rendimenti obbligazionari aumentassero rapidamente dai minimi.
“Questo avrà un impatto più su alcuni mercati del reddito fisso di altri. Di solito, la combinazione peggiore in una situazione di rendimento delle obbligazioni in rapida crescita è un basso rendimento di partenza e una lunga durata”, dice De Lauzon. Per questo motivo, vediamo che molti gestori di fondi si posizionano su asset a breve scadenza per ridurre tale sensibilità o favorire i rendimento più elevati”. Vale la pena notare però che ci sono circostanze in cui un rapido aumento all'estremità più alta della curva può portare ad un calo in quella più bassa se gli investitori dovessero ritenere che i tassi più elevati prodotti dalle Banche centrali faranno calare l'inflazione in futuro.
I governativi servono
“Liquidità a parte, i titoli di stato sono ancora uno degli asset che offre una protezione del capitale e, in alcuni casi, dei rendimenti positivi. Uno dei modi in cui possiamo comprendere le mosse della Banca centrale è quello di studiare una varietà di scenari plausibili” dice De Lauzon. “Le obbligazioni governative sono senza dubbio costose e offrono un basso rendimento che potrebbe avere un rischio significativo. Detto questo, svolgono un ruolo chiave nella selezione complessiva degli asset, soprattutto per i portafogli che vogliono avere bassi rischi”.
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