Gli analisti di Morningstar promuovono gli ultimi acquisti fatti dal Berkshire Hathaway, la holding di investimento del finanziere americano Warren Buffett.
Synchrony Financial (SYF), nata da uno spin-off di General Electric, opera in diversi segmenti di attività: offre carte di credito per le società del settore retail (da cui ricava il 74% del fatturato), finanziamenti per l’acquisto di beni di consumo di grandi dimensioni e servizi di “CareCredit” (13% delle vendite) cioè dei prestiti per l’acquisto di prestazioni sanitarie.
Gli acquisti nella finanza Usa
Gli operatori retail che scelgono di emettere una loro carta lo fanno soprattutto per ottenere informazioni più dettagliate sulle abitudini di acquisto dei clienti in modo da utilizzare le leve del marketing più appropriate per incrementare i ricavi. Chi fornisce questi dati sono le società emittenti come Synchrony, per questo i retailer hanno timore a cambiare fornitore poiché questo rischia di compromettere la bontà del flusso di dati. Questo, dunque, spiega perché SYF, che è il primo provider di carte di credito “private” negli Stati Uniti, riesca a generare margini di profitto superiori alla media (Economic moat).
“Nei prossimi cinque anni prevediamo una crescita media del fatturato superiore al 6% per effetto della maggior domanda di carte di credito da parte dei retailer”, dice Colin Plunkett analista azionario di Morningstar. “Oltre al futuro andamento delle vendite, il mercato sembra non valutare adeguatamente il rendimento che il titolo potrà offrire per effetto del piano di riacquisto di azioni proprie previsto per il prossimo anno. Per queste ragioni stimiamo un fair value pari a 33 dollari per azione”, (report aggiornato al 24 luglio 2017).
L’ultima trimestrale di BNY Mellon sembra dar ragione a Warren Buffett che l’ha voluta in portafoglio. L’aumento del margine di interesse e dell’asset under management indica i progressi della banca americana nel miglioramento della profittabilità. Il contesto macro, del resto, con l’atteso aumento del costo del denaro da parte della Federal Reserve, è favorevole e questo promette di spingere ulteriormente gli utili del gruppo.
“Il gruppo statunitense è leader nei servizi a favore della clientela istituzionale (come ad esempio quelli di banca depositaria e di gestione della liquidità). Questo le permette di realizzare elevate economie di scala e quindi rendimenti del capitale più elevati rispetto ai competitor”, dice Greggory Warren. “Alla luce dei risultati del secondo trimestre abbiamo rivisto al rialzo le nostre attese per i prossimi cinque anni, che ora indicano una crescita media del fatturato del 4,4% e un Ebit in progresso fino al 32%, e con esse anche la stima del fair value da 49 a 53 dollari” (report pubblicato in data 20 luglio 2017).
Gli acquisti nel settore auto
Nel settore auto, General Motors è scambiata a un tasso di sconto di oltre il 30% rispetto al fair value che è pari a 51 dollari (report aggiornato all’uno agosto 2017). Nonostante la casa americana non abbia una scala di produzione tale da garantirle un vantaggio di costo rispetto ai competitor, ha snellito in maniera importante il suo modello di produzione e questo si tradurrà nei prossimi anni in un miglioramento dei margini di profitto. Il gruppo può contare, inoltre, su una forte presenza nei mercati globali e nei segmenti a più alto valore aggiunto.
General Motors ha anche annunciato l’intenzione di voler continuare a investire nel settore dell’auto elettrica e questo lascia pensare che nei prossimi anni una parte significativa del capitale sarà destinata a questo ambito della Ricerca & Sviluppo. Anche i dati dell’azienda, che indicano come il consumo delle loro batterie sia visto in discesa nei prossimi anni, fanno ben sperare nella capacità di General Motors di non rimanere indietro rispetto ai competitor nel momento in cui salirà la domanda di vetture green.
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