L’energia giusta per il portafoglio

Nucleare se si adotta un approccio low-carbon, Oil & Gas se si cerca il valore: queste le opzioni alla luce delle valutazioni degli analisti di Morningstar.  

Francesco Lavecchia 29/08/2017 | 09:41
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Come impiegare la quota di equity nei settori energia e utility? I titoli del segmento Oil&Gas promettono più alti margini di apprezzamento, mentre quelli del comparto nucleare sono più appropriati per portafogli costruiti guardando ai criteri ESG (Enviroment, Social, Governance).

Energetici a buon prezzo
Il settore energia ha avuto un pessimo inizio d’anno: ha lasciato sul terreno oltre il 20% della sua capitalizzazione di Borsa (rendimento dell’indice Morningstar Glb Energy in euro) e ora il suo rapporto Prezzo/Fair value (P/FV) è sceso a 0,88, il più basso sul mercato. Poco sopra la parità, invece, la performance del comparto utility. L’indice Morningstar Glb Utilities ha guadagnato nello stesso periodo poco più del 2% in euro e ora il P/FV è a quota 1,10. 

All’interno del paniere energy i titoli Spectra Energy Partners (SEP) e HollyFrontier (HFC) sono in grado di combinare qualità elevata e tassi di sconto interessanti. SEP ha il vantaggio di operare in una specie di monopolio naturale. Il gruppo è proprietario di una delle più grandi linee di gasdotti del Nord-America ed è dunque l’unico operatore presente in molti bacini di produzione. Questo, unito al fatto che la costruzione di nuovi impianti di trasporto è vincolata alla richiesta di concessioni governative, rappresentano una forte barriera all’ingresso per potenziali nuovi competitor e permette all’azienda statunitense di realizzare rendimenti del capitale superiori alla media.

Spectra può vantare inoltre un profilo di rischio molto basso per essere una società attiva nel settore energetico, grazie alla bassa percentuale di ricavi dipendente dall’andamento del prezzo del gas naturale e del greggio e il forte peso dei contratti di lungo termine sul giro d’affari complessivo. Nei prossimi cinque anni gli analisti si aspettano una crescita media dei ricavi del 6% e un margine operativo stabile attorno al 50% e stimano un fair value pari a 50 dollari (report aggiornato al quattro agosto 2017).

HollyFrontier ha costruito la sua posizione di vantaggio grazie al favorevole posizionamento nella regione del Midcontinent americano (tra gli Stati del Texas, Nebraska, Kansas e Oklaoma). L’ubicazione delle sue raffinerie in quest’area, infatti, le permette di acquistare greggio a un prezzo più conveniente rispetto alle quotazioni del WTI e dunque di produrre a costi più bassi rispetto ai competitor. In base alle stime degli analisti questo differenziale di prezzo è destinato a mantenersi su livelli più bassi rispetto ai massimi storici, ma nonostante ciò HFC promette di macinare margini di profitto superiori alla media.

Il miglioramento dell’efficienza operativa e il maggior sfruttamento delle sinergie con la nuova acquisita Petro-Canada, attiva nel segmento dei lubrificanti, la aiuteranno a migliorare ulteriormente la profittabilità, ma il mercato continua a scontare il titolo di oltre il 30% rispetto al fair value che è pari a 44 dollari (report aggiornato al tre agosto 2017).

Scelta ESG
Se gli investitori value fanno spese nel segmento Oil&Gas, quelli che adottano criteri ESG nella costruzione del portafoglio dovranno guardare, invece, alle aziende attive nel nucleare, anche se al momento le valutazioni di mercato non sono favorevoli. Chi sposa una politica di investimento socialmente responsabile tende ad escludere questa fonte di energia per via dei danni che i possibili incidenti alle centrali potrebbero produrre all’uomo e all’ambiente, per le problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti radioattivi e per l’alto consumo di acqua. Ciononostante il nucleare ha un basso impatto sulle emissioni di CO2  e questo fa si che le utility maggiormente esposte a questa fonte energetica siano avvantaggiate nel percorso che porterà al rispetto degli standard sulle emissioni di gas.

Exelon, in questo senso, rappresenta la scelta migliore, anche se al momento il titolo è scambiato a prezzi troppo alti. Essa è infatti la prima azienda produttrice di energia nucleare negli Stati Uniti ed è anche la migliore, in base alle valutazione degli analisti di Sustainalytics (agenzia di rating ESG per le società di capitale), per quanto riguarda la gestione dell’acqua e la sicurezza delle sue operazioni. Guardando al modello di businesss, Exelon riesce a produrre su larga scala realizzando economie di costo difficilmente replicabili.

Il nucleare, inoltre, è la fonte energetica più conveniente sul mercato grazie ai suoi bassi costi di produzione e questo la mette in una posizione di vantaggio rispetto ai competitor nel caso di una risalita del prezzo dell’energia e nell’eventualità che nuove regolamentazioni penalizzino ulteriormente la produzione da fonti fossili. Nonostante gli analisti di Morningstar si aspettino un progresso medio dei ricavi del 3% nei prossimi cinque anni e un’espansione dei margini di profitto il titolo continua a essere scambiato su valori di circa il 20% più alti rispetto al fair value che è pari a 32 dollari (report aggiornato al due agosto 2017). 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Exelon Corp39,49 USD0,45Rating
HF Sinclair Corp42,80 USD1,82Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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