Globali e sempre più hi-tech. È quello che si vede guardando con la lente del Morningstar Risk Model (un sistema di analisi che permette di avere non solo l’indicazione regionale o settoriale di una strategia, ma anche di misurare l’esposizione economica dei titoli che ne fanno parte) - i portafogli dei fondi con Analyst rating presenti nelle diverse categorie Morningstar dedicate all’equity internazionale large cap (blend, growth e value) venduti in Italia. Su 38 strumenti presi in considerazione solo tre hanno una percentuale di tecnologia inferiore al 10% (Uni-Global Equities World SA-USD, Silver; Robeco QI Global Conservative Equities D €, Bronze; Franklin Mutual Global Discovery N(acc)EUR, Bronze). Il segmento tecnologico forma il 15% dell’indice Msci World NR Eur. Ci siamo concentrati sui fondi che hanno almeno un quarto del portafoglio orientato all’hi-tech.
Chi ne ha di più
Investec GSF Global Franchise A Acc EUR (Neutral). “Il gestore Clyde Rossouw costruisce il portafoglio in maniera agnostica rispetto al benchmark”, dice Peter Brunt, fund analyst di Morningstar in un report del 25 aprile 2017 nel quale spiega che il fondo può formare la parte core di un portafoglio e che è adatto a investitori che cercano un’esposizione prudente all’azionario globale. “Gli investimenti sono guidati da considerazioni di tipo fondamentale basate sulla migliore combinazione fra qualità, crescita, flussi di cassa e valutazioni. Il fondo è sempre investito in società che gli analisti azionari di Morningstar sono convinti abbiano un Economic moat ampio (quindi con un vantaggio competitivo sostenibile nel tempo)”. L’esposizione totale ai titoli tecnologici secondo il Risk Model a fine luglio era del 27%.
Vontobel Global Equity B (Bronze). “Il focus del fondo è sulle società votate alla crescita, ma il gestore vuole aziende di alta qualità con una crescita stabile e affidabile, che siano in grado di costruire solide barriere all’entrata di possibili competitor e che abbiano un management che prende decisioni efficaci”, spiega Francesco Paganelli, fund anlyst di Morningstar in un report del 30 marzo 2017, secondo cui il fondo può formare la parte core di un portafoglio. “Al team di gestione non piace vedere alti livelli di debito, ma è disposto a prendere qualche rischio. Le valutazioni giocano un ruolo chiave nelle decisione di investimento”. L’esposizione totale ai tecnologici a fine luglio era pari al 27%.
Robeco Global Stars Equities (Neutral) “Il gestore non segue il benchmark per cui l’allocazione settoriale e quella geografica possono deviare molto sia dal paniere di riferimento, sia rispetto ai fondi della stessa categoria (Internazionali large cap blend)”, spiega Jeffrey Schumacher, fund analyst di Morningstar in un report dell’11 maggio 2017 in cui suggerisce il fondo come parte core di un portafoglio. “Il gestore utilizza questa libertà di azione per il posizionamento settoriale: ad esempio sovrappesando il segmento delle comunicazioni e la tecnologia. Il fondo non ha posizioni sulle utility e sul real estate, mentre sottopesa i beni di consumo. Le large cap dominano il portafoglio (91%) mentre il resto è formato da mid cap”. A fine luglio l’esposizione all’hi-tech era pari al 25% del portafoglio.
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