La settimana debole del comparto beni di consumo difensivi sui listini di Wall Street frutta nuovi upgrade nel rating Morningstar. L’indice Msci Usa Consumer Staple non è andato oltre lo 0,55% (in euro) e questo ha contribuito a mantenere il rapporto Prezzo/Fair value (P/FV) medio dei titoli del settore sotto la parità.
E’ andata invece molto male a Campbell Soup (CPB) e Sprouts Farmers Market che nello stesso periodo hanno perso rispettivamente l’11,7% e il 9% (in euro) vedendo scendere i relativi rapporti P/FV a 0,85, il primo, e a 0,84 il secondo.
Campbell paga la trimestrale
CPB ha pagato il deludente risultato delle vendite nel quarto trimestre. I ricavi hanno registrato una contrazione dell’1% confermando il negativo trend del comparto del cibo confezionato nel suo complesso e in particolare dell’azienda americana, che per l’11esimo periodo di fila ha visto scendere le sue entrate.
CPB è leader nel settore dei prodotti confezionati, come testimonia la sua quota di mercato del 60%, e riesce a realizzare margini di profitto sopra la media (Economic moat) grazie al valore del suo brand e al vantaggio di costo maturato per effetto delle elevate economie di scala. Campbell ha storicamente reinvestito una quota consistente del fatturato in ricerca e sviluppo e questo le ha permesso di mantenere intatto il valore del suo marchio e di conseguenza di esercitare un forte potere contrattuale nei confronti dei clienti (reti di supermercati).
“Negli ultimi tempi si è registrata una contrazione della quota destinata agli investimenti nel marketing che ha penalizzato le vendite, anche se dall’altra parte ha permesso un’espansione dei margini di profitto”, dice Erin Lash analista azionaria di Morningstar. “Il nostro giudizio sul Moat di Campbell resta intatto, ma crediamo che questa inversione di tendenza continuerà a penalizzare la crescita del fatturato, che stimiamo possa salire a un tasso medio dell’1,7% nei prossimi cinque anni (report aggiornato al 31 agosto 2017)”.
Il mercato teme l'effetto Amazon su Sprouts
Sprouts Farmers Market è una catena di negozi di generi alimentari nella categoria prodotti biologici. L’azienda è concentrata prevalentemente nella parte meridionale degli Usa e usa la leva del prezzo per attrarre i consumatori nei suoi punti vendita (in genere il 10%-20% inferiori rispetto a quelli medi). “Tale strategia ha pagato fino ad ora: come dimostrano i 40 trimestri consecutivi di crescita dei ricavi (anche durante i due anni di recessione del 2008 e del 2009) e siamo fiduciosi che possa continuare a dare i suoi frutti anche in futuro”, dice John Brick, analista di Morningstar.
“Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo un progresso dei ricavi a un tasso medio dell’11%, spinto dall’apertura di nuovi negozi e dai maggiori volumi di vendita, e un margine operativo stabile attorno al 5%”. Nonostante questo, però, Sprouts non è riuscita a costruirsi un brand di valore o a realizzare economie di scala tali da garantirle rendimenti del capitale superiori alla media (Economic moat). Il mercato pesa in maniera eccessiva le minacce di una forte concorrenza da parte delle catene a basso prezzo come Aldi e Lidl e l’ingresso di Amazon nel settore food e sconta il titolo del 16% rispetto al fair value che è pari a 23,50 dollari (report aggiornato al quattro agosto 2017).
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