Luglio è stato un altro mese positivo per i fondi italiani conformi alla normativa sui Pir (Piani individuali di risparmio a lungo termine). Secondo le stime Morningstar, i flussi netti verso i cinque prodotti più acquistati nel periodo considerato sono stati di 413,6 milioni di euro. Al primo posto continua ad esserci Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia, il cui patrimonio netto ha superato 1,8 miliardi. Seguono con distacco Pioneer Risparmio Italia e Piano Azioni Italia (Fideuram).
Scelte bilanciate
La preferenza è andata soprattutto ai comparti bilanciati, che prevedono un mix di azioni e obbligazioni. Per legge, i Piani di risparmio a lungo termine sono un “contenitore fiscale” (Organismo di investimento collettivo, gestione patrimoniale, contratto di assicurazione, deposito titoli) all’interno del quale è possibile collocare qualsiasi tipologia di strumento finanziario o somma di denaro, rispettando però determinati vincoli nella composizione del patrimonio e nella detenzione (almeno cinque anni per poter usufruire dei benefici fiscali).
Esteri in chiaroscuro
Le società di gestione italiane giocano un ruolo da protagoniste nel catalizzare i flussi verso questo tipo di strumenti. Tuttavia, tra gli azionari specializzati sulla Borsa di Milano e disponibili alla vendita nel Belpaese, conformi alla normativa sui Piani individuali di risparmio, ci sono anche alcuni fondi esteri. A luglio, la raccolta di questi ultimi è stata negativa con l’eccezione di Axa WF Framlington Italy, che aveva annunciato a giugno di essere diventato Pir-compliant. In particolare, i riscatti hanno colpito Fidelity Italy, che con -18,2 milioni nel periodo considerato è stato il peggiore.
Etf e Pir
Per il secondo mese consecutivo, ha registrato uscite superiori alle sottoscrizioni l’Etf Lyxor Ftse Italia mid cap Pir, che è stato il primo replicante di questo tipo. Secondo le stime Morningstar, a luglio i deflussi sono stati di 45,2 milioni netti, che si aggiungono ai 26 milioni di giugno. Tuttavia, il fondo aveva conosciuto un vero e proprio boom di popolarità a marzo, dopo essere diventato conforme alla normativa sui Piani individuali di risparmio, raccogliendo poco meno di 300 milioni. In termini di rendimenti, l’Etf ha beneficiato del forte rialzo dell’indice delle mid cap italiane (+23,4% da gennaio a fine agosto) e chi avesse investito 10 mila euro all’inizio dell’anno ora si ritroverebbe con 12,7 mila euro, più di quanto ha fatto in media la categoria degli Azionari Italia.
Sono stati modesti anche i flussi verso il secondo Etf Pir, sempre emesso da Lyxor, l’Italia equity: +506 mila euro, in calo rispetto ai 4,4 milioni di giugno e ai 18,1 di maggio, mese del suo debutto.
La formula che combina Pir ed Etf, tuttavia, sembra prendere piede. A inizio settembre sono stati lanciati altri due prodotti di questo tipo da parte di Amundi e iShares. Entrambi replicano l’indice Ftse Italia Pir, che comprende oltre ai titoli del paniere principale, anche le azioni delle 80 small e mid cap più liquide del mercato.
I costi
Uno sguardo ai costi dei fondi Pir più popolari tra gli investitori mostra un livello alto per Mediolanum Flessibile sviluppo Italia. Entrambe le classi si collocano nel 91esimo percentile del Morningstar fee level group di appartenenza (che permette di comparare tra loro in modo omogeneo le classi di fondi retail, ossia quelle destinate agli investitori individuali). Sono sopra la media anche Piano Azioni Italia di Fideuram e Pioneer Risparmio Italia classe B. L’unico al di sotto è Eurizon Progetto Italia 40 Pir.
Morningstar calcola i flussi netti stimati (Estimated net flow) come differenza tra patrimonio finale ed iniziale nel periodo considerato, dedotta la componente di mercato. L’universo comprende i fondi aperti, esclusi i fondi di fondi, i monetari, gli Etf e i feeder.
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