Le small cap piacciono al gestore attivo

Il manager che può scegliere i titoli in cui investire ha maggiore libertà di azione per andare a cercare occasioni in un mercato più grande rispetto alle blue chip e dove le molte opportunità sono ancora da scoprire. 

Marco Caprotti 19/09/2017 | 09:42
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Le small cap sono un gioco per i gestori attivi o è meglio scegliere una strategia passiva? Dipende. “Di sicuro c’è che non si tratta di una partita semplice”, spiega Christopher Davis, analista di Morningstar. I motivi sono diversi come dimostra l’esempio degli Stati Uniti dove le piccole rappresentano solo una frazione della capitalizzazione totale di Wall Street ma il loro numero è tre volte superiore a quello delle large cap.

Il fatto che siano tante non significa che il mercato gli presti molta attenzione. Secondo uno studio di O’Shaugnessy Asset Management, il 40% delle small cap viene seguito da tre (o meno) analisti, mentre il 20% non ha alcuna copertura. Una large cap, invece, può contare sull’interesse (mediamente) di 27 analisti. Le aziende più grandi sono più liquide ed è più facile che interessino le grandi istituzioni finanziarie. “Questo, però, nell’universo delle small cap lascia spazio ai gestori per andare cercare opportunità di investimento interessanti”, spiega Davis. Le strategie passive, comunque, non sono rimaste indifferenti al fascino delle piccole. Sempre restando negli Stati Uniti, la porzione di asset in gestione alle strategie passive dedicate alle small negli ultimi cinque anni è passata dal 29% del totale al 46%. “Questo elemento ha un doppio effetto: da una parte allarga la platea degli investitori meno esperti  - quelli che più di altri si rivolgono alle strategie passive - che si mettono in portafoglio le small cap; dall’altra mette fuori gioco gli active manager meno bravi lasciando più campo libero e maggiori opportunità di rendimento a quelli più competenti”, dice Davis.

Attenti al rating
Ma come si individuano le strategie migliori nel segmento active? “Un sistema è quello di affidarsi a strumenti che abbiano un Analyst rating positivo”, dice l’analista. “In questo senso la gestione attiva nell’ambito delle small cap può dare qualche soddisfazione in più perché gli active manager hanno maggiori possibilità di discostarsi dall’indice e andare a cercare opportunità dove altri non vanno. Un giudizio di Bronze, Silver o Gold di solito è l’espressione di processi sicuri e disciplinati da parte dei manager”.

Siamo andati a vedere quali strumenti hanno l’Analyst rating migliore all’interno delle categorie più importanti, a livello geografico, per le small cap: Globale, Stati Uniti ed Europa.

Globale
Schroder ISF Global Smaller Comp B (3 stelle, Bronze). “I gestori si affidano a un team di manager azionari regionali che sono basati nei mercati locali in cui intendono fare la selezione delle azioni”, spiega un report firmato da Fatima Khizou del 26 luglio 2017. “Il portafoglio ideale è composto da aziende che hanno buone prospettive di guadagno e di flussi di cassa unite a un prezzo ragionevole. I manager regionali ricevono gli input dagli analisti e hanno la responsabilità principale per la costruzione del portafoglio a livello locale. Il comitato di investimenti, formato dai manager globali e regionali, decide poi per la composizione del portafoglio. Questo lavoro viene completato dal controllo generale dei lead manager che evitano uno sbilanciamento eccessivo verso determinate aree geografiche o settoriali”.

Usa
Dimensional US Sm Company B EUR (3 stelle, Gold)  “Il fondo si concentra sulle azioni che rappresentano il 10% più piccolo delle società Usa per capitalizzazione di mercato e studia società che valgano meno di 10 milioni di dollari”, spiega un report del 16 giugno 2017 firmato da Monika Dutt, fund analyst di Morningstar. “Il secondo passo è quello di eliminare le aziende meno profittevoli e con i prezzi più alti. La capitalizzazione media delle società presenti è inferiore a quella media della categoria Morningstar US Small-Cap Equity”. 

Europa
Objectif Small Caps Euro R A/I (4 stelle, Bronze). “Il fondo ha un’alta esposizione oltre che alle small cap anche alle micro cap. Un elemento, questo, che lo differenzia dai suoi concorrenti”, spiega un report del 12 aprile 2017 firmato da Mathieu Caquineau, fund analyst di Morningstar. “Un approccio basato su un basso turnover riduce i rischi legati al trading. Le scelte riguardo alla capitalizzazione di mercato possono avere un forte impatto sulle performance di breve periodo. Nel lungo termine, tuttavia, il team di gestione ha fatto meglio dei concorrenti e dell’indice grazie a una robusta selezione dei titoli in portafoglio”. 

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L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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