La gestione attiva non ha i giorni contati

Sono sempre di più gli active manager che utilizzano strumenti passivi nei portafogli. Nel frattempo aumentano i replicanti che cercano di unire performance superiori all’indice di riferimento e costi bassi. 

Marco Caprotti 20/09/2017 | 09:42
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La gestione attiva ha i giorni contati? È vero che sempre più investitori si stanno spostando verso strategie passive che hanno il doppio vantaggio di costare meno e di non essere influenzate dalle emozioni del gestore, facendo affidamento su algoritmi e analisi quantitative. Un fenomeno che Morningstar ha fotografato e analizzato in più occasioni (ad esempio leggi qui e qui). Ma dare per spacciato l’active management potrebbe essere prematuro. “Secondo me la gestione attiva non morirà mai”, dice Ben Johnson, responsabile della ricerca sugli Etf di Morningstar. “Ci saranno sempre investitori disposti a spendere un po’ di più per cercare un fondo che sia in grado di battere il mercato. E’ nella natura umana. Sono convinto, invece, che la gestione attiva di trasformerà. Anzi, ha già iniziato a farlo”.

A dimostrarlo ci sono due elementi: la crescita del numero di fondi attivi che mettono in portafoglio strumenti passivi e il maggior numero di strumenti che, nominalmente sono replicanti, ma utilizzano anche tecniche active. “Entrambi i fenomeni dimostrano che la gestione attiva è viva e che la distinzione fra attivo e passivo sta diventando sempre più sfumata”, dice Johnson.

Più passivo per l’attivo
Il processo decisionale di molti gestori attivi sta cambiando. Se prima la scelta poteva essere fra il titolo di Coca Cola o di Apple ora si trovano a decidere se metter in portafoglio le large cap Usa o le obbligazioni dei mercati emergenti denominate in dollari. “Questo tipo di decisioni vengono portate avanti sempre più spesso con l’utilizzo di Etf. A dettare la linea, come spesso accade nel mondo della finanza, sono gli Stati Uniti dove, dal 2006, il numero dei fondi che hanno almeno un Etf in portafoglio è raddoppiato. Il peso dei replicanti in questi portafogli, nel frattempo, è quadruplicato.

Sempre più fondi Usa utilizzano Etf
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“Alcuni li utilizzano come fossero dei future quando si trovano ad avere troppa liquidità”, dice Johnson. “Altri se ne servono per puntare su settori di mercato nei quali non sono abbastanza esperti per fare stock picking”.

Se il passivo fa l’attivo
Nel frattempo, anche gli strumenti passivi stanno diventando sempre più attivi. “Le società di gestione stanno cercando di sposare il meglio dell’active e del passive unendo i tratti distintivi del primo con la rigorosa disciplina e i bassi costi della secondo”, dice Johnson”, Questo connubio sta dando vita a un crescente numero di Etf strategic beta (conosciuti anche come smart beta) che incontrano sempre maggior successo fra gli investitori”.

Attivo+passivo = Strategic beta
strategic

“A differenza dei tradizionali fondi a gestione attiva qui non vediamo un lavoro quotidiano di trading in base agli sviluppi del mercato o la produzione di ricerche da parte degli analisti”, dice Johnson. “Questi strumenti cercano di dare agli investitori una sovraperformance con un minor rischio. Il secondo punto, in particolare si ottiene eliminando il fattore umano rappresentato dal gestore. Il tutto, unito al basso costo: un elemento che differenzia gli Etf dai fondi tradizionali”. Questo non significa che garantiscano risultati e rendimenti. “Anche questi strumenti devono fare i conti con fasi di rialzo e di ribasso dei mercati”.

In conclusione
“La gestione attiva non morirà mai”, dice Johnson. “Continuerà ad evolversi e, speriamo, nel modo migliore. La concorrenza, anche in questo settore si farà sui prezzi e la struttura commissionale probabilmente cambierà. Potremmo anche avere a che fare con nuovi strumenti di gestione. In mezzo a tutto questo, gli active manager diventeranno ancora più active. Anche perché, prendere ulteriori rischi sarà l’unico modo in cui potranno giustificare le loro fee più alte”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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