La fotografia mensile dell’industria dei fondi indicizzati (quotati e non) riserva sempre qualche sorpresa e conferma ancora una volta la volatilità di alcuni settori, su tutti quelle delle commodity e dei mercati emergenti. Questi strumenti, infatti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.
Secondo i dati Morningstar, a settembre, tra il miglior fondo passivo (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono quasi 30 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short).
Il mondo degli Etp
Nel mondo dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded products (Etp), troviamo una Top 5 quasi interamente dedicata al settore energetico. In particolare il petrolio, dopo un’estate travagliata, ha vissuto un mese di settembre più che positivo, con il Brent salito dell’8% (a 56,7 dollari al barile) e il Wti del 9% (a 51,5 dollari al barile) nel mese. Dietro a questo rimbalzo, la decisione dell’Arabia Saudita di tagliare la produzione giornaliera da 10,049 a 10,022 milioni di barili.
Da segnalare poi la presenza in terza posizione di un replicante dedicato all’industria europea dell’auto, un settore che ha beneficiato della ripresa economica vista nell’ultimo periodo. A settembre l'indice Pmi composito (che misura l’attività nel settore manifatturiero e dei servizi nell'Eurozona) è salito a 58,1 punti da 57,4 di agosto, ai massimi dal 2011.
Nella Flop 5 del mese, invece, particolarmente male un metallo industriale come il nickel, che probabilmente ha pagato le prese di profitto degli investitori dopo l’ottima performance di agosto. Mese negativo anche per due mercati emergenti come la Grecia e la Turchia.
Il mondo dei fondi indicizzati
Per quanto riguarda i fondi passivi non quotati (senza quindi la componente di trading intra-day), bene il segmento delle società americane a bassa capitalizzazione, che si fa notare anche per una forte volatilità segnata nell’ultimo anno, oltre al mercato azionario europeo e anche italiano.
Male invece i mercati emergenti, in particolare l’India, e i panieri diversificati di materie prime.
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