L’Europa rimane saldamente ai primi posti per la sostenibilità delle aziende, grazie soprattutto ai Paesi nordici e all’area euro. E’ quanto emerge dall’ultima edizione del Morningstar Sustainability Atlas, il rapporto che misura il grado di responsabilità sociale delle imprese quotate su 46 listini, che rappresentano il 97% della capitalizzazione globale.
Il punteggio di sostenibilità è dato da due componenti: l’ESG score, che misura il comportamento delle società nei confronti dei fattori ambientali, sociali e di governance, e l’indicatore di controversie (incidenti che pongono una minaccia per l’ecosistema, le comunità locali e il business stesso). I giudizi sulle singole aziende sono forniti da Sustainalytics.
L’Italia fa un passo indietro
Il Portogallo rimane il mercato con il più alto Sustainability score, grazie in particolare a EDP e Galp Energia che sono tra i titoli più rappresentati nel listino e presentano alti punteggi di responsabilità sociale. Si conferma al secondo posto la Danimarca che beneficia dell’elevato punteggio della farmaceutica Novo Nordisk. Perde qualche posizione rispetto all’edizione di aprile, l’Italia, che passa da 58,3 a 52,8 punti, a causa di una riduzione dell’ESG score e un lieve aumento dell’indicatore di controversie. Tra le società con i peggiori livelli di controversy figurano Eni, Leonardo, Saipem e Banca Monte dei Paschi di Siena.
Il primato dell’Australia
Tra i paesi non europei, il migliore in termini di sostenibilità è l’Australia, grazie soprattutto alla qualità di due grandi banche locali, Westpac e NAB. In Asia, fa un balzo in avanti Taiwan, che entra nel secondo quintile grazie al profilo elevato di responsabilità sociale di Taiwan Semiconductor, che è il più importante componente dell’indice di Borsa. Scende al fondo della classifica, invece, la Corea del sud, a causa principalmente delle vicende che hanno coinvolto Samsung Electronics. Si confermano tra i peggiori la Russia, la Cina e il Medio oriente.
Gli Usa sono fanalino di coda
Gli Stati Uniti indietreggiano, scendendo sotto i 45 punti, e restano il peggior mercato sviluppato, in termini di sostenibilità, dopo Singapore, a causa di un mix di basso score ESG e un alto indice di controversie. Per quanto riguarda quest’ultimo parametro, le società che più penalizzano Wall Street sono Apple, Johnson & Johnson e Wells Fargo.
Troppe controversie
In generale, l’indice di controversie tinge di rosso molti mercati, compresi quelli europei. Il Regno Unito e la Svizzera sono tra i peggiori, insieme alla Corea del sud. Sul listino di Londra, pesano i problemi di Hsbc, Shell e GlaxoSmithKline, su quello di Zurigo le questioni che hanno coinvolto Nestlé, Novartis e Roche.
Nelle prossime settimane, saranno forniti ulteriori approfondimenti sul Morningstar Sustainability Atlas.
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