A causa di lavori di manutenzione ordinaria la sezione Portfolio del sito non è al momento disponibile. Ci scusiamo per il disagio.

VIDEO: Strategic beta per ridurre la volatilità

Come funzionano e quali sono i punti di debolezza e di forza delle strategie passive low volatility? Terza e ultima puntata del nostro viaggio nell’universo dei prodotti a beta strategico.

Valerio Baselli 18/10/2017 | 09:59
Facebook Twitter LinkedIn

 

Valerio Baselli: Nonostante dall’inizio dell’anno i fondi strategic beta orientati al rischio abbiano registrato dei riscatti netti, le strategie a bassa volatilità restano molto popolari tra gli investitori, i quali hanno imparato ad apprezzare questo approccio soprattutto dopo la crisi finanziaria. Negli ultimi cinque anni il numero di strumenti dedicati è raddoppiato arrivando a sfiorare i 100, tra fondi ed Etf.

I fondi a bassa volatilità sono particolarmente efficaci durante fasi di mercato turbolente, hanno rappresentato infatti una fonte rendimento soprattutto nel 2008 e 2011, quando l’indice Msci World Minumum volatility ha battuto di oltre il 10% l’indice Msci azionario globale.

Questi benchmark mirano azioni considerate poco rischiose e sono disegnati per ridurre la volatilità rispetto agli investimenti tradizionali. Uno studio di Morningstar ha mostrato che in effetti nella maggior parte dei casi questi strumenti hanno in media mantenuto le promesse su un orizzonte temporale di 5 anni.

È bene tenere a mente, però, che queste strategie non sono esenti da rischi. Innanzitutto, questo approccio si basa esclusivamente sui dati passati, e la volatilità storica non tiene conto di altre informazioni che possono essere importanti sulla rischiosità di una società e non vi è alcuna garanzia che i titoli meno volatili storicamente rimangano tali.

Inoltre, per lo stesso motivo, i portafogli di questi fondi sono spesso molto concentrati in settori difensivi, come i beni di consumo o le utility. E poi c’è sempre il rischio di incappare in valutazioni eccessive; le strategie a bassa volatilità che si concentrano solo sulla volatilità storica, soprattutto quelle passive, non tengono conto della valutazione.

Infine, c’è la sensibilità ai tassi d’interesse. Le azioni di questo tipo, infatti, hanno flussi di cassa relativamente stabili perché tendono a essere meno dipendenti dai cambiamenti economici o perché operano in industrie fortemente regolamentate. Quando i tassi d’interesse scendono, le strategie a volatilità minima tendono a battere il mercato. Allo stesso modo, quando i tassi salgono, questi approcci iniziano a sottoperformare.

Per guardare il video Cosa sono i fondi Strategic beta, clicca qui.

Per guardare il video Strategic beta in cerca di performance, clicca qui.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures