Il value investing è uno stile di investimento basato sull’idea, originariamente formulata da Benjamin Graham e David L. Dodd, che comprare titoli a basso prezzo sia una scelta vincente. E’ anche caratterizzato dalla capacità di andare controcorrente, ossia di acquistare le azioni che nessun altro vuole in un certo momento, ma che hanno solidi fondamentali.
Gli indicatori, che solitamente i gestori prendono in considerazione per determinare se un’azienda è poco costosa, sono il rapporto prezzo/valore di libro, prezzo/utili, prezzo/vendite o una combinazione di essi. Tuttavia, gli aspetti finanziari sono solo una parte del quadro. E’ sempre più diffusa la convinzione che sia necessario aggiungere altri tasselli, legati ai fattori umani, ambientali e sociali.
Approccio circolare
Sébastien Thévoux-Chabuel del team di analisti Esg (Environmental, social and governace) di Comgest, in un incontro a Milano, ha parlato di “creazione di valore sostenibile” in un modello dove i capitali finanziario, umano, naturale e sociale sono utilizzati in modo da generare benefici non solo per gli azionisti, ma anche per i consumatori, i dipendenti e l’ecosistema, in una sorta di circolarità che torna anche a vantaggio delle risorse utilizzate nel processo produttivo.
Seguendo questo approccio, Comgest costruisce i portafogli dei propri fondi con l’obiettivo di ottenere un valore sostenibile e un rischio contenuto, ossia una minore volatilità ma anche una riduzione dell’esposizione a imprevisti legati alla reputazione o a incidenti con impatto sull’ambiente e le comunità locali.
Nell’accezione tradizionale del termine, i comparti della casa di gestione francese non possono essere definiti value, perché lo stile di investimento è caratterizzato dalla ricerca di aziende di qualità con una crescita sostenibile in tutte le fasi del ciclo economico, ma lo sono se si allarga il significato alla creazione di valore basata sull’analisi dei fondamentali e degli aspetti di sostenibilità.
Un altro esempio è quello di Axa Investment managers che dal 2001 ha un team dedicato agli investimenti responsabili, e sta integrando l’analisi ESG in tutta la gamma, nella ferma convinzione che generi valore nel lungo periodo e permetta di evitare eventi dannosi per il portafoglio.
Il caso dei fondi azionari globali
Tornando all’accezione più restrittiva di value investing, invece, un’analisi di Morningstar, pubblicata lo scorso luglio, sui fondi azionari globali ha rivelato che i comparti con cinque globi (il livello massimo di Sustainability rating) e un alto Analyst rating avevano a fine giugno 2017 una parte significativa del portafoglio in titoli con elevate valutazioni (misurate come price/book e price/earning), ma la ragione non è strutturale e va ricercata nell’attuale allocazione settoriale, che privilegia i beni di consumo difensivi e i farmaceutici, le cui valutazioni al momento sono elevate. Non sarebbe dunque corretto trarre conclusioni generalizzate, essendo il campione limitato e la fotografia riferita a un periodo determinato.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.