Emma Wall: Buongiorno e benvenuti. Sono Emma Wall e mi trovo in compagnia di Daniel Needham, responsabile degli investimenti di Morningstar Investments Management. Buongiorno Daniel.
Daniel Needham: Buongiorno.
Wall: Dunque, che cos’è esattamente il value investing?
Needham: Noi abbiamo un approccio diverso credo da quello classico. Il value investing è comunemente considerato l’attività di comprare società che presentano un basso rapporto tra la capitalizzazione di mercato e il patrimonio netto contabile, oppure un basso rapporto prezzo/utili. Mentre per noi riguarda l'acquisto di un titolo a un prezzo inferiore a quello che noi pensiamo sia il suo giusto valore. Stimiamo che quanto vale analizzando i flussi di cassa che può generare e pensando alla ciclicità e alla certezza di quei flussi di cassa, per poi applicare adeguati tassi di sconto per stimare il valore attuale di tali flussi di cassa.
Che si tratti di azioni, di obbligazioni, di beni di proprietà, di qualsiasi cosa che genera un flusso di cassa che possiamo analizzare e comprendere, pensiamo di poter valutare un fair value, cioè quello che riteniamo una valutazione ragionevole. E poi una volta che si ha questa valutazione, l'idea del value investing è di basarsi su queste valutazioni e acquistare titoli per meno di quanto valgono, applicando un margine di sicurezza.
Wall: È molto interessante però che tu abbia menzionato tutte quelle asset class, perché penso che molte persone abbiano familiarità con il concetto di value investing per quanto riguarda l’azionario, ma tu stai dicendo che può essere applicato alle obbligazioni e alle proprietà.
Needham: Giusto. Voglio dire, un bond è in sostanza una serie di flussi di cassa. Quindi, se si tratta di un bond normale, diciamo, a dieci anni, si paga un prezzo in anticipo e poi si riceve, per esempio, pagamenti annuali o semestrali e infine il rimborso del capitale. Beh, questa è una serie di flussi di cassa che si può attualizzare per calcolarne il giusto valore.
È importante avere una visione di quello che si pensa sia il fair return (giusto rendimento) per possedere obbligazioni, o dei beni immobiliari, o delle azioni; questo concetto spesso riguarda il rischio legato all’asset che si possiede e una volta che si ha questo parametro, si può valutare qualsiasi tipo di attività. E si possono confrontare le diverse classi di attivi: dovremmo acquistare azioni o proprietà o obbligazioni? Convertendo il fair value in un rendimento atteso.
Quindi, se comprassi questo titolo al prezzo attuale e lo tenessi 10 anni, che rendimento otterrei? Facciamo questo calcolo per tutti gli investimenti e questo ci permette di allocare capitali attraverso le diverse asset class e attraverso le aree geografiche, per cercare di generare il rendimento più elevato per un determinato livello di rischio.
Wall: Siamo alla Morningstar Investment Conference (edizione del 2016 a Londra, Ndr) e abbiamo sentito alcuni interventi fantastici. Quello di Bogle ieri è stato un grande momento. E alcuni dei relatori hanno detto che dobbiamo abituarci a una crescita molto più lenta, un ambiente di crescita molto più bassa, sia in termini macroeconomici, ma anche sui mercati. Come possiamo applicare questo concetto d’investimento basato sulle valutazioni in questo tipo di mondo?
Needham: Credo che la crescita sia un elemento chiave nella valutazione. Ci si deve chiedere quanto pensiamo che i flussi di cassa cresceranno. Penso che sia sempre difficile sapere in quale ambiente economico ci si troverà tra 10 anni. Penso che le persone abbiano troppa fiducia nella loro capacità di capire come funziona la macchina economica e di prevedere a cosa il mondo assomiglierà tra 10 anni.
Quindi, cerchiamo di arrivare a quello che pensiamo sia una stima ragionevole di quello che ci sembra normale. E poi una volta che abbiamo una ragionevole stima di ciò che sembra normale, presumiamo che tutto si muova “normalmente”. Ora, questa è una grande ipotesi, ma in questo modo siamo meno dipendenti dalla nostra capacità di previsione. È complicato. Ma in generale, pensiamo che le valutazioni si adattino altrettanto bene anche in un ambiente in cui la crescita è più lenta, con tassi d’interesse inferiori. Teniamo conto di questo fattore nei nostri modelli.
Voglio dire, siamo in un mondo in cui la ricompensa per il rischio o semplicemente il rendimento degli investimenti è più basso e questo perché i tassi di interesse sono a zero, i rendimenti obbligazionari sono un paio di punti percentuali, forse anche sotto l’1% e a volte negativi in alcune parti d'Europa. I titoli azionari, specialmente negli Stati Uniti, hanno raggiunto valutazioni elevate. Quindi, tutto è prezzato per offrire rendimenti inferiori. Questo è l'ambiente in cui siamo. Non credo che questo sarà così per sempre. Non so quando cambierà. Ma certamente saremo pronti a ridistribuire il capitale quando succederà.
Wall: Daniel, grazie mille.
Needham: Grazie.
Wall: Per Morningstar, Emma Wall. Grazie per l’attenzione.
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