Incassare il guadagno e andare via, o continuare a cavalcare l’onda? La risposta è: dipende dai fondamentali delle aziende. Il rally partito a inizio febbraio 2009 ha spinto le Borse di Giappone e Stati Uniti a toccare i massimi storici: l’indice Nikkei 225 è salito a quota 22.500 (realizzando un guadagno del 200%), l’indice S&P 500 è arrivato a sfiorare i 2.600 punti (+250%), mentre il Nasdaq ha superato quota 6.700 punti (+459%). Molte stock hanno battuto i loro record borsistici ma continuano a essere scambiate a sconto rispetto al fair value. Altre, invece, sono ormai troppo costose e andrebbero vendute.
Le lepri del giappone
Tra le stock nipponiche, ad esempio, SoftBank ha guadagnato nello stesso periodo il 762% ma, nonostante da inizio anno gli analisti abbiano alzato la valutazione del titolo ben quattro volte da 6.800 yen a 11.900 yen (report aggiornato al 21 agosto 2017), le azioni del gruppo continuano a essere scambiate a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,85. La società è un conglomerato di attività nei settori telecomunicazioni e tecnologia, anche se la parte più rilevante del suo valore deriva dalla partecipazione nel capitale sociale di Alibaba (28% del totale), per la quale gli analisti hanno alzato in maniera significativa il fair value in seguito alla revisione delle previsioni sulla crescita di fatturato e utili.
Panasonic viaggia sui massimi degli ultimi otto anni. Dal novembre del 2012 ha quasi quadruplicato il suo valore di mercato ma secondo gli analisti continua a essere sottovalutata. In base alle previsioni per i prossimi cinque anni l’azienda dovrebbe veder crescere i ricavi a un ritmo del 4% e dovrebbe essere in grado di raddoppiare il reddito operativo. Sulla base di queste attese la stima del fair value è pari a 1.950 yen (report aggiornato al due novembre 2017).
Shiseido, al contrario, ha guadagnato negli ultimi cinque anni oltre il 350% registrando il suo massimo storico a quota di 4.850 yen, ma ora è scambiata a un rapporto P/FV di 1,20. Gli analisti hanno recentemente alzato le stime del fair value in seguito ai risultati oltre le attese riportati dall’azienda leader nel mercato giapponese dei cosmetici, ma a loro avviso le valutazioni del mercato sono troppo elevate. Gli attuali multipli (P/E e Valore d’Impresa/Ebitda), dicono, riflettono infatti la remota possibilità che Shiseido possa raggiungere livelli di profittabilità paragonabili a quelli dei leader mondiali del settore come L’Oreal.
Oppurtunità e rischi sui listini Usa
Anche i listini americani possono raccontare molte storie di rally non ancora al capolinea e Starbucks (SBUX) e Lowe’s Companies sono tra queste. SBUX continua a macinare numeri da record: negli ultimi cinque anni il fatturato è cresciuto mediamente del 12% e il margine operativo è salito di circa 500 punti base. Il progresso nei conti ha trascinato il titolo sui massimi storici, realizzando da marzo 2009 a oggi un rendimento del 1.328% (in dollari Usa al 3 novembre 2017), ma nonostante questo il titolo continua a essere scambiato a un tasso di sconto del 16% rispetto al fair value di 66 dollari (report aggiornato al 3 novembre 2017).
La ragione di questo errata valutazione da parte del mercato, secondo gli analisti di Morningstar, deriva dal mancato apprezzamento delle enormi potenzialità di Starbucks in Cina e della sua capacità di mantenere una redditività elevata dei suoi punti vendita grazie all’evoluzione dei prodotti e servizi offerti.
Discorso analogo vale per Lowe’s Companies, società americana leader nel segmento retail del bricolage e delle riparazioni di interni. Nello stesso periodo il titolo ha guadagnato oltre il 500%, superando il massimo storico di 85 dollari, ma secondo gli analisti ci sono ancora margini di apprezzamento. “Le nostre previsioni, che sono più conservative rispetto ai target fissati dal management, indicano una crescita media del fatturato del 3,4% e un’espansione del margine operativo di circa 200 punti base”, dice Jaime M. Katz. “A favore di Lowe’s giocherà il buono stato di salute del mercato immobiliare americano e la sua solida posizione di vantaggio competitivo all’interno del settore. Sulla base di questo la stima del fair value è pari a 93 dollari” (report aggiornato al 24 agosto 2017).
Cogent Communications Holdings, invece, azienda che offre servizi di fibra ottica per il segmento business, da fine febbraio 2009 ha quasi decuplicato il suo valore di Borsa e ora è scambiata a multipli molto elevati (P/EPS di 122). I tassi di crescita dell’azienda sono da record: negli ultimi dieci anni i ricavi sono saliti a un tasso medio superiore al 10% e il margine operativo è salito nello stesso periodo da -16% a 12%, ma il mercato ha aspettative troppo alte.
Il titolo è scambiato a un rapporto Prezzo/Fair value di 1,44 nonostante le previsioni degli analisti di Morningstar, in linea con i target del management, indichino un progresso medio del fatturato del 9% per i prossimi cinque anni.
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